Decidere di realizzare un disco per omaggiare una delle figure più controverse del novecento come John Cage -musicista, scrittore, architetto, pittore ma soprattutto uno dei principali esponenti della musica contemporanea, intesa come musica d’avanguardia e non dei nostri giorni- può risultare quasi folle per la mole di lavoro e di studio che necessita anche solo la comprensione strutturale di una composizione di Cage.
Decidere inoltre, di andare in giro per l’italia promuovendo tale disco dal titolo “1940/19’40”, edito dalla “Trovarobato Parade”, con un live incentrato sui maggiori esponenti del minimalismo classico come Steve Reich, David Lang, Francis Poulenc, presentando brani percussivi e astratti, allora significa essere autolesionisti o semplicemente intraprendenti, molto intraprendenti.
Il problema non si pone neanche, però, se le menti trainanti di questo progetto sono due musicisti come Der Mauer, alias Enrico Gabrielli, fondatore dei Mariposa, un passato negli Afterhours e un presente che lo vede protagonista nei Calibro 35 e Sebastiano De Gennaro, multipercussionista e compositore autodidatta che tra le sue mille esperienze come turnista al fianco di importati musicisti e cantautori del panorama italiano, vanta anche un’incisione con l’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai.
Dopo tanto peregrinare, ieri sera, Martedì 28 Gennaio, i due si sono materializzati, dopo aver preso un aereo, due pullman e una macchina, sul palco del Retronouveau, con una performance sui generis di circa 40 minuti incentrata sull’uso di strumenti a percussione, clarinetto, tastiere e fiati per restituire agli attenti e silenziosi spettatori una visione del suono che rappresenta un continuo scorrere di sensazioni e note privo della ciclicità strutturale di un brano classico o pop che dir si voglia.
Approfittando della gentilezza e, soprattutto, della simpatia di Enrico Gabrielli, più volte dimostrata sul palco tra un brano e l’altro, noi di MusicLife abbiamo deciso di chiedere cosa effettivamente li abbia spinti a pubblicare, a più di 20 anni dalla scomparsa del celebre compositore americano, un disco totalmente incentrato sulla figura di John Cage.
Allora Enrico, parliamoci chiaro, cosa vi ha spinto a realizzare un album che omaggia una figura così controversa come quella di Cage ?
E.: Devo dire che la figura di John Cage ha avuto più influenza su Sebastiano che su di me perché lui è percussionista, ha avuto degli studi classici alle spalle e da questo punto di vista le percussioni sono uno strumento strano. Calcola che il repertorio di percussioni non è vastissimo in ambiente scolastico mentre Cage è uno che ha scritto molte cose e quindi per i percussionisti è una figura molto importante, per cui , in realtà, fu lui che ebbe l’idea di fare qualcosa su Cage.
Ecco, hai anticipato una mia piccola curiosità che riguarda il titolo: mi chiedevo se “1940” si riferisce al periodo in cui Cage si dedica quasi esclusivamente alla musica percussiva, sperimentando varie tecniche come il “piano preparato” (N.B. è una tecnica dove si inseriscono tra le corde del pianoforte svariati oggetti in modo che l’esecutore produca suoni che non sono del tutto volontari) o ha un altro significato ?
E.: Si ci riferiamo proprio a quel periodo anche perchè i due brani presenti nel disco, “Dance Music For Elfrid Ide” e “Bacchanale” sono stati composti in quel periodo lì. Proprio “Bacchanale” è stato realizzato con la tecnica del “pianoforte preparato” . Cage ha scritto per molti anni musica per danza e calcola che lui non aveva percussionisti a disposizione per cui ha deciso di inventare un sound di percussioni da suonare su tastiera, ha cercato di imitare anche altri suoni o strumenti partendo da ciò che aveva, anche se in questo caso non è stato il primo.
John Cage parlava dell’ascolto come uno dei due sensi “pubblici” (l’altro è naturalmente la visione) per quella sua abilità di produrre un contatto a distanza. Allo stesso tempo riteneva la musica incapace di assimilare la cultura di massa. Nell’era del web la musica per te è ancora in grado di produrre un contatto a distanza o la cultura di massa ha preso il sopravvento ?
E:: Interessante… sai, quello che secondo me si è perso nel corso del tempo, e forse non ce ne siamo neanche resi conto, è la pazienza. Lui a tal proposito infatti, citando non ricordo chi, disse che se un brano l’ascolti per due minuti e non ti interessa , devi provare ad ascoltarlo per 4 minuti, se continua a non interessarti allora devi ascoltarlo per 8 minuti e se ancora non ti interessa, prova ad ascoltarlo per 16 minuti e poi per 32 fin quando effettivamente il brano non ti interessa. Con questo Cage cercava di far capire che non bisogna mai interrompere l’ascolto, essere superficiali nell’ascolto. IIl tuo cervello deve avere la capacità di arrivare alla fine di qualcosa e valutarla dopo, non durante. E’ come guardare un quadro con un occhio solo . Certo, lui si lamentava della società di allora, chissà cosa avrebbe detto ora….
Se per caso l’istrionica figura di Cage vi ha in qualche modo incuriosito, un ottimo inizio per comprendere il vasto mondo di questo personaggio, dissacrante e fuori dagli schemi, in grado anche di partecipare e vincere come “esperto micologo” a “Lascia e Raddoppia”, celebre programma condotto negli anni 80 e 90 da Mike Bongiorno, allora “1940/19’40” può rappresentare un ottimo punto di partenza ma attenzione: è disponibile solo in vinile. Quindi, se non avete il giradischi compratelo perché tanto è sempre meglio ascoltare un vinile che un qualsiasi file del vostro pc, garantito.
(Francesco Algeri)