Nel secondo tempio di Gerusalemme, quello che era stato costruito dopo l’esilio, oltre alle zone riservate ai membri del popolo d’Israele esisteva un’area entro la quale tutti potevano entrare, giudei e non giudei, circoncisi e incirconcisi, membri o no del popolo eletto. Qui si radunavano quanti erano disposti ad ascoltare le domande della gente su Dio, e a rispondere in uno scambio rispettoso delle opinioni altrui. Questo era il cortile dei gentili o pagani, in latino l’atrium gentium, uno spazio che a tutti era lecito attraversare e nel quale tutti potevano dimorare, senza distinzioni di cultura, lingua o religione, un luogo insomma di incontro e di diversità.
Da tale luogo il Pontificio Consiglio della Cultura ha tratto alcuni anni or sono l’ispirazione – su diretto stimolo di quello straordinario pastore che è stato il Cardinal Martini – per avviare un’iniziativa incentrata sull’incontro e sul dialogo, uno spazio di espressione per coloro che non credono e per coloro che si pongono delle domande riguardo alla propria fede, un luogo aperto alla società, alla modernità e alle diverse voci che l’attraversano.
Da tale precedente la Biblioteca Regionale Universitaria di Messina ha tratto spunto per programmare, a far data da gennaio 2014, uno spazio di dialogo messo a disposizione della città per riflettere su nodi cruciali della realtà che ci circonda, non soltanto di tipo religioso ma riguardanti l’etica, la politica, la vita civile in genere, intesa tanto in senso comunitario quanto nel senso delle esistenze dei singoli, quotidianamente messe in crisi e interpellate dalle sfide complesse che la modernità ci pone dinanzi.
Perché la comunità messinese possa provarsi a costruire tale identità, occorre forse riscoprire la pratica, e il gusto, dell’agorà, di un luogo in cui porre sul tappeto i nodi critici irrisolti di un angolo di mondo sempre più, nel corso degli ultimi decenni, divenuto marginale e ininfluente, ad onta di un passato glorioso la cui memoria è venuta progressivamente sbiadendosi.
In tale prospettiva è parso opportuno avviare “sperimentalmente” un Cortile dei Gentili locale, prevedendo lo svolgimento, nel corso del 2014, di dieci incontri a cadenza mensile che inizieranno alle 17,00 (tranne che nei mesi estivi), secondo il seguente calendario e con i seguenti temi:
29 GENNAIO- Identità. A cosa (e se) serve l’identità in un mondo che cambia.
26 FEBBRAIO- Povertà. Chi sono i nuovi poveri, quali le nuove povertà.
26 MARZO- Consumo e/o decrescita. In un mondo con poche risorse è ancora possibile vivere “de claritate in claritatem”?
30 APRILE- La Chiesa e Messina. Le messi biondeggiano. Ci sono operai?
28 MAGGIO- Pace e guerra. Chi le vuole, chi le combatte.
25 GIUGNO- Questione meridionale. C’è una terza alternativa tra Borboni e Savoia?
24 SETTEMBRE- I nuovi messinesi. Migranti: li preferiamo enclave o integrati?
29 OTTOBRE- Uno sguardo sul Ponte. C’è ancora chi ci crede? E a cosa servirebbe?
26 NOVEMBRE- Contro la messinesità. Come costruire insieme la “messinitudine”.
17 DICEMBRE- Forme associative, palesi e occulte. Si può uscire dalla logica settaria?
Ciascun incontro sarà introdotto da un conduttore e affidato a un relatore che avrà 20 minuti di tempo per esprimere il proprio pensiero. A questi seguirà un obiettore, anch’egli avrà 20 minuti a disposizione per illustrare il proprio punto di vista, che non dovrà tanto essere necessariamente di opposto orientamento, quanto piuttosto dispiegare un discorso che fornisca nuove suggestioni sul tema. Seguiranno i liberi interventi – a prenotazione – di quanti tra i presenti vorranno intervenire.
In concomitanza con ciascun incontro, nella medesima sala in cui si esso svolge verrà allestita un’esposizione di testi essenziali concernenti il tema della serata.
Si ritiene che in tale libera circolazione di idee e nel rapporto dialettico che essa produce consista l’essenza della democrazia e dunque della vera cultura (non la cultivatio animi costruita sui libri bensì l’esperienza e l’accettazione delle molteplici storie altrui che rende possibile vivere da donne e uomini liberi la grande storia della propria vita).
L’iniziativa sarà portata a conoscenza dell’intera comunità cittadina, invitando alla partecipazione attiva quanti ne avvertano l’interesse.
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“Io non ho alle mie spalle nessuna autorevolezza, se non quella che mi proviene paradossalmente dal non averla o dal non averla voluta, dall’essermi messo in condizione di non avere niente da perdere e quindi di non essere fedele a nessun patto che non sia quello con un lettore che io del resto considero degno di ogni più scandalosa ricerca”.
Pier Paolo Pasolini, Scritti Corsari, 1975
” Il cortile dei Gentili vuole essere un invito a farci tutti, in qualche modo, gentili, e quindi non ortodossi, curiosi, coraggiosi, odiosi delle soluzioni pronte, consapevoli della complessità delle cose, e al contempo puri, disposti a farsi – evangelicamente – poveri in spirito, tanto poveri da capire che in sé c’è tanto spazio perché qualcuno vi possa aggiungerne ancora, di spirito.
Al contempo, vuole essere un invito a farci – letteralmente – gentili d’animo, cortesi, tolleranti, disponibili all’ascolto, attenti alle sofferenze di un mondo sempre più brutto, volgare, incomprensibile. Sensibili alle foglie, alle trame invisibili che tengono insieme i sogni, le speranze, le certezze, i credi, le sconfitte.
Per fare ciò, occorrerà sempre più coltivare in sommo grado tre virtù, o umane attitudini, sempre più rare e più raramente compresenti nell’uomo di oggi: l’intelligenza, l’ironia e la pietà, nella consapevolezza che l’assenza anche di uno solo di tali elementi basterà a declinare quell’uomo senza qualità che affolla ormai le nostre giornate storiche, mentre un accorto e sofferto equilibrio tra essi potrà giovare alla costruzione di un modo più elementarmente umano di “essere nel mondo”.” (Sergio Todesco)