Se è vero quanto è vero che l’immondizia regna sovrana in città, tra malcontento dei cittadini per il disservizio al quale sono -da anni- abituati e la stangata che, in questi giorni, si impone loro di pagare, è vero anche che, a furia di parlarne, la nausea è data quasi più dalla monotonia dell’argomento che dai maleodoranti cassonetti stracolmi.
Anche oggi in Comune si discute di Tares, quella tassa che il Governo Monti esita sotto forma di decreto nel dicembre 2011 e che il Parlamento italiano legittima appena qualche settimana dopo. Così la patata bollente passa alle amministrazioni locali, nel caso di Messina, a distanza di quasi due anni, quando i signori tecnocrati “romani” del tempo sono -in parte- lontani da Palazzo Chigi. Ma nessuno ci sta a prendere gli insulti e recepire il disprezzo della gente.
Il problema in città è duplice, come vi avevamo già raccontato: da una parte la tassa iniqua e spietata contro le esigue risorse dei cittadini, dall’altra il pessimo servizio di raccolta e smaltimento che non è una novità dell’ultima ora. “Ma com’è – vien da chiedersi – che a Messina, smaltire i rifiuti abbia costi così alti?” , se lo chiedono i cittadini, se lo chiede anche qualche consigliere, come Piero Adamo ad esempio, che già tempo fa aveva proposto ai 39 colleghi di istituire una commissione speciale d’inchiesta che si occupasse di venire a capo della faccenda e, premendo il tasto rewind, consentisse di comprendere chi ha davvero responsabilità della pessima gestione dei rifiuti e del loro smaltimento, fino ad oggi.
La proposta è stata rimessa sul piatto nella seduta di ieri dalla cons. Fenech, la cui richiesta di discussione di suddetta proposta di delibera diventa, in men che non si dica, casus belli per un dibattito che culmina con il rinvio della seduta.
Al Segretario Generale, assente in aula, serve tempo per prenderne visione e atto, il parere espresso in prima istanza fu infatti del suo predecessore, ergo ad oggi le carte vanno rivalutate dal nuovo arrivato.
Qualcuno ritiene ci siano passaggi da modificare: “ad esempio se dobbiamo fare una seria indagine partiamo dalla chiusura della società mista, facciamo risalire tutto al 2003, non iniziamo dal 2005”, commenta il cons.Mondello, che precisa “se vogliamo entrare nel merito e fare una cosa seria, una commissione non va costituita come consultoria o propositiva; è un contesto in cui fare approfondimenti e non trovo nella proposta elementi che mi aiutino a costruire questo” .
Ma, in fondo, cosa c’è che non va?
Non è indicato il modus operandi che la commissione dovrebbe seguire, né sono espressi i nomi di chi potrebbe/dovrebbe farne parte, come evidenziato da molti. “Assodato che è necessario operare un approfondimento tra i capigruppo prima, oggi non parliamo di composizione della commissione; la proposta è di formarla”, precisa la Barrile. “Non avendo riscontrato l’armonia politica che il dibattito pretende, ho ritenuto di subordinare la discussione ad urgenze più pressanti”. Ancora una volta, la Presidente mostra polso e saggezza, come forse neanche ci si aspettava ad inizio del suo mandato. E, ad onor del vero, salvo qualche scivoletto nel rodaggio iniziale, rende spesso palese d’esser ampiamente dotata della stoffa che il suo ruolo necessita, a modesto avviso di chi osserva.
Secondo Daniela Faranda queste “urgenze pressanti” sarebbero, prima di tutto, cercare di mettere un po’ d’ordine nel caos generale che imperversa in città. Si dice imbarazzata e arrabbiata l’esponente del NCD; favorevole alla commissione ma “credo che oggi dovremmo fermarci e capire come sia possibile che sulla Tares non ci siano ancora certezze fornite dall’amministrazione”. L’ex vicepresidente del TVE segnala le enormi incongruenze messe in luce da alcuni cittadini pronti a dar battaglia in piazza e finanche in tribunale giacché molti, a parità di condizioni rispetto ad altri, si trovano a dover versare contributi differenti. “Non abbiamo notizie sulle riduzioni, sulle 27mila utenze sconosciute. A quanti ricorsi andremo incontro? Quanti non pagheranno? Quanto costa di più il servizio?”, questi alcuni dei quesiti della Faranda. Ma prima di procedere alla votazione c’è chi, come Amadeo, vuol capire se “si possa trattare di un dibattito serio”.
Per Adamo si tratta di un’ “idea straordinaria!” ma non si tratta di un commento autoreferenziale, in qualità di proponente della prima ora. “Sono tra i promotori e dico tra, perché in moltissimi concordano e l’hanno controfirmata, è evidente: è un’idea straordinaria. Autorevolissimi colleghi oggi si soffermano sul costo del servizio. Se 44mIlioni sono una cifra assurda per uno slalom tra i sacchetti, è ovvio che serva la commissione”. Ma come la si crea? Come la si gestisce? “Mi interessa il fine non il mezzo”, conclude machiavellico.
C’è chi sulla proposta si pone in modo molto critico e, al grido di historia docet, commenta come in passato non abbiano portato molto lontano: è il caso del cons.Cardile, protagonista oggi, tra l’altro, insieme ai colleghi del suo gruppo, di una conferenza stampa tesa proprio ad evidenziare le condizioni delle discariche mal funzionanti in città (vedi articolo ad hoc).
Taglia corto la cons.Risitano: “ma insomma, quello che interessa oggi è capire se l’aula vuole o no questa commissione”.
“Ritiriamo tutto e se ne riparla tra una settimana: così i capigruppo si confrontano, Le Donne avrà modo di dare il suo parere ed evitiamo ulteriori lungaggini”, sentenzia pragmatica Simona Contestabile, in linea con “Emilia la saggia”. Lo show si concluderà di lì a poco con aggiornamento per il question time a mercoledì 15, quando – c’è da scommettere – la discussione sarà animata da commenti a freddo sulla protesta prevista per la domenica precedente in Piazza Unione Europea.
ELEONORA URZI’ Twitter: @eleonoraurzi