NATALE A TAVOLA: IL RITORNO ALLA TRADIZIONE COME TENDENZA

Pancia mia fatti Capanna e se non bastasse fatti anche cisterna! Crisi si, ma senza rinunciare alle tradizioni. Dice l’esperto che il trend del Natale 2013 sarà un ritorno alla tipicità made in Italy. Niente stravaganze, ma tanta buona cucina nostrana. Dai tortelli del nord al capitone del sud, passando per il sempiterno zampone con lenticchie che, si dice, portino tanti soldi (italiani mangiatene di più!).

Caro Babbo Natale, la formula magica che consente ai bambini di desiderare a costo zero, salvo poi scoprire che in realtà Babbo Natale si chiama Papà Giovanni e che quest’anno è in cassa integrazione. Eppure l’attaccamento ad un’idea di spensieratezza fa si che al suo vestito rosso non si rinunci mai, come alla voglia di stare insieme a chi si ama, seppure low cost. Certo, anche Santa Claus farebbe bene a ritornare al consueto abito verde speranza, per intenderci quello con cui nasceva, poi accantonato a favore di quello cremisi e bianco, invenzione di Coca-Cola Company.

In regime di austerità, dunque, sulle bizzarrie vince decisamente il carattere regionale. È quanto emerso dallo studio dell’osservatorio internazionale sulle tendenze alimentari Polli Cooking Lab, promosso dall’omonima azienda toscana, condotto mediante interviste a 140 esperti (chef, foodblogger e nutrizionisti). Sulla passerella alimentare 2013 sfilano le ricette classiche, forse più semplici ma certamente più radicate nella nostra cultura.

Rinunceremo ad American Turkey e Christmas pudding in favore di ingredienti stagionali e poco costosi, sapori inconfondibili, ma mai fuori moda. Tortelli, cavoli e polenta imbandiranno, almeno secondo le previsioni, le tavole nordiche, mentre al sud capitone al forno aromatizzato con spicchi d’aglio e succo di limone, baccalà infarinato e fritto fritto fritto, cavolfiore in frittelle o soffritto e sfumato con vino rosso, crespelle con l’uvetta passa, ricoperte di zucchero granulare e anche queste rigorosamente strafitte perché, si sa, la cucina mediterranea è leggera.

Per i meno pratici lo chef consiglia baccalà cotto in olio da servire con polenta alla vaniglia, pomodoro pendolino appassito, capperi, olive e origano croccante per il nord, e insalata di rinforzo, spaghetti alle vongole, fritture di pesce con capitone e anguille, capitone alla scapece per il sud. In ogni caso niente eccessi in termini di calorie, raccomandano i nutrizionisti. Si ai cibi ricchi di proteine, di stagione e poco elaborati. Soddisfatti, ma senza appesantire la digestione.

Non è possibile tralasciare i prodotti tipicamente italiani, che hanno valicato i confini regionali per trovare posto su ogni tavola, polentona o terrona che dir si voglia. A lasciare la nostra terra natia i deliziosi torroni: bianco, nero, ricoperto di cioccolato al latte o fondente, con i pistacchi, con le mandorle, morbido per i palati delicati e croccante per chi ama esercitare la mascella, oggi persino alla frutta e al liquore. Amato o odiato senza vie di mezzo, il diretto concorrente nordico è il panettone, morbido, ricco d’uvetta e canditi, che subisce presso gli schizzinosi l’onta del cugino zuccherato, il pandoro.

Non abbiamo certo dimenticato lui, il protagonista del periodo e soprattutto dell’ultimo giorno dell’anno. Si tratta dello zampone, facilmente sostituito dal cotechino ma sempre rigorosamente affogato in una quantità industriale di lenticchie. Forse non tutti sanno che per propiziarsi la buona sorte, così vorrebbe la tradizione, le lenticchie vanno mangiate alla mezzanotte del 31 dicembre. Dodici cucchiai a capodanno e ci si leva il pensiero per tutto l’anno. Esattamente, gentili lettori, dodici cucchiai, uno per ogni mese così come dovrebbero essere numericamente le pietanze. Ah, ora si capisce di chi è la colpa di tutta questa povertà!

A prescindere dalla quantità di calorie che saremo in grado di ingerire, l’impagabile ed insostituibile significato del Natale ci induce a ricercare primariamente il momento conviviale con i nostri cari. La tavola imbandita, magari tinta di rosso e oro, potrà ulteriormente soddisfare i nostri sensi, ma mai sostituire il calore umano che la renderà davvero viva e appetibile. (LAURA MANTI)

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