Il gup di Messina Monica Marino ha condannato a 12 anni l’avvocato Rosario Pio Cattafi nel processo abbreviato, scaturito dall’operazione ”Gotha 3” sulla mafia di Barcellona Pozzo di Gotto. Cattafi, accusato di associazione a delinquere di stampo mafioso, viene considerato dagli inquirenti l’anello di congiunzione tra la mafia e le istituzioni del messinese e i clan catanesi.
Il gup ha inoltre disposto altre cinque condanne: la pena piu’ alta, 7 anni e 6 mesi, e’ stata inflitta a Giuseppe Isgro’ considerato il cassiere del clan; mentre al boss dei ‘mazzarroti’ Tindaro Calabrese, sono stati inflitti 6 anni e 4 mesi. Condannati pure Giovanni Rao a 5 anni e 8 mesi, Carmelo Trifiro’ a 4 anni e 8 mesi, e Agostino Campisi a 4 anni e 4 mesi. Infine le liquidazioni alle parti civili per complessivi 230mila euro.
Ricordiamo (fonte Salvatore Borsellino) che Cattafi, oltre ad essere imputato nel processo ‘Gotha 3’ per il reato di associazione a delinquere di stampo mafioso con l’aggravante di aver promosso e diretto l’organizzazione mafiosa barcellonese, è pregiudicato per i reati di lesioni (è stato riconosciuto colpevole di aver aggredito brutalmente a Messina nel dicembre 1971 cinque studenti universitari in concorso conPietro Rampulla che sarà l’artificiere della strage di Capaci), porto e detenzione abusivi di arma (fu condannato per aver detenuto un mitra Sten dal quale venne esplosa una sventagliata all’interno della Casa dello studente di Messina nella notte tra il 27 ed il 28 aprile 1973), di cessione di sostanze stupefacenti e di calunnia. Cattafi fu testimone di nozze del boss barcellonese Giuseppe Gullotti, il quale, oltre ad essere stato condannato a trent’anni di reclusione come mandante dell’omicidio del giornalista Beppe Alfano, è stato colui che ha fornito, secondo il pentito Giovanni Brusca, il telecomando della bomba che fece saltare in aria l’autostrada a Capaci il 23 maggio 1992. Hanno fatto il nome di Cattafi diversi collaboratori di giustizia tra cui Maurizio Avola (killer prediletto di Benedetto ‘Nitto’ Santapaola), Angelo Epaminonda (uno dei primi collaboratori a Milano), Federico Corniglia, Giuseppe Chiofalo (boss messinese, uno dei principali testimoni del maxi-processo “Mare nostrum”), Angelo Siino (“ministro dei lavori pubblici” di Salvatore ‘Totò’ Riina, per il quale si occupava di appalti), Carmelo Bisognano, Umberto Di Fazio, Eugenio Sturiale e Giuseppe Mirabile. Questi collaboratori hanno rilasciato dichiarazioni sui rapporti intercorsi nel tempo tra Cattafi e Nitto Santapaola, Stefano Bontate, Piddu Madonia e Totò Riina. Dagli accertamenti di polizia giudiziaria sono inoltre emersi legami tra Cattafi ed ambienti della destra eversiva e degli apparati di sicurezza. Attualmente Cattafi è detenuto al regime carcerario previsto dall’art. 41-bis dell’ordinamento penitenziario in seguito ad un provvedimento di custodia cautelare emesso dall’Autorità Giudiziaria di Messina il 24 luglio 2012.