Gran parte del patrimonio di documenti, libri e giornali che facevano parte dell’archivio storico è andato inesorabilmente distrutto. Quel che rimane necessita dell’intervento di specialisti. Ma non esiste un censimento, ne è ben chiaro quando finirà l’annunciato trasferimento del materiale al Palacultura, tantomeno come sarà possibile fruirne.
Domande che chiedono risposta da chi in questi anni si macchiato di un vero e proprio crimine culturale. A partire dal Sindaco di oggi e dai suoi predecessori.
Un’accusa lanciata da chi ama questa città e in particolare da Renato Accorinti, che per creare attenzione su una questione ben più grave di quella che potrebbe apparire, ha intrapreso una iniziativa non violenta, occupando fino al 30 dicembre il Palacultura.
“Il Sindaco e l’intera classe politica dovrebbero chiedere scusa alla città, risarcendola con investimenti per lo sviluppo della cultura, costruendo in tutti i quartieri – ha ribadito Accorinti – biblioteche, auditorium per dibattiti, spazi per tutte le forme d’arte. Tutto questo è essenziale per lo sviluppo umano della collettività”.
Accorinti ha invitato la cittadinanza a seguirlo nell’occupazione pacifica del plesso di Viale Boccetta e a firmare le due petizioni per chiedere al Presidente della Repubblica, alla Procura, ai Ministeri dei BBCC e della Pubblica Istruzione, alla Sovrintendenza, alla Prefettura, alla società messinese di Storia Patria, all’Archivio di Stato, ed eventuali altri Enti preposti, di indagare sulle responsabilità di chi ha permesso la distruzione di interi volumi lasciati alla muffa, e per chiedere all’amministrazione comunale di destinare tutti i locali del Palacultura esclusivamente ad attività e associazioni culturali.