“Le dimissioni, senza alcuna motivazione plausibile, di tutti i componenti dei cda delle Società Partecipate Comunali, che non hanno precedenti, non sono altro che la ovvia conseguenza di un anomalo ma perdurante “stato di fatto”.
Ovvero di quel “dominio assoluto” esercitato riguardo alla Amministrazione Comunale di un soggetto che non ha alcun ruolo istituzionale nel Comune di Messina rispetto ad un Sindaco eletto ,che appare ormai come un “re travicello”, che accetta acriticamente indicazioni ed imposizioni come se fosse un asettico recettore di pizzini.” – così in una nota il Gruppo di Resistenza Civica Rispetto Messina.
“Una sorta di “Teatro dell’assurdo” in cui però si fa strame della normativa sugli Enti locali, mettendo in campo forme di selezione puramente nominalistiche ,per dimostrare che tutto deve essere subordinato ai disegni del mancato “liberatore della Sicilia”, che , però, è stato costretto a rivedere i suoi piani. E questi “giochetti” vengono pubblicizzati come normali procedure ,definendoli “tagliandi”; come se le persone, anche se caratterizzate da un fideismo assoluto, fossero delle macchine senza anima, senza cervello e senza autonomia.
Ma dopo la “debacle” delle Elezioni Europee della “lista Arlecchino “per la cui campagna elettorale pare sia stato speso qualche milione di euro ,andava dimostrato chi fosse ancora a dettare legge da” padre padrone”.
E questo dato, dopo le importanti defezioni che si sono registrate nel Movimento politico “Sud chiama Nord”, dovrà servire al tavolo delle trattative con quel centrodestra individuato come probabile alleato.
Anche se l’ex aspirante “Sindaco di Sicilia” dovrà rimangiarsi gli attacchi virulenti nei confronti di coloro che definiva appartenenti ad una “cupola politico-mafiosa” e “banda Bassotti”; attacchi ripetuti pochi mesi nei confronti della Presidente del Consiglio Meloni e del Presidente della Regione Schifani ,per i quali veniva minacciata una denuncia per “voto di scambio” per aver sottoscritto in periodo elettorale un accordo per i fondi FSC.
Così come dovrà accettare di allearsi con i soggetti politici dei vari Cuffaro, Lombardo, Micciche’, oggetto dei suoi strali mediatici.
Anche se per cercare di mimetizzare una certa incoerenza l’attuale Sindaco di Taormina si è autodefinito post-idelogico, e quindi pronto a qualsiasi tipo di giravolte.
Ma se usciamo da questo teatrino dell’assurdo, che ha sempre meno spettatori plaudenti, ed alziamo il velo delle omertà ci appare una realtà ed uno scenario del tutto diverso da quello narrato ed autocelebrato anche con certi stucchevoli “rituali” propagandistici.
Con un Comune di Messina che , invece di essere un soggetto promotore dello sviluppo e del perseguimento del bene comune e dell’ interesse pubblico, si è trasformato , per lo più, in uno “stipendificio” ed “appaltificio” di lavori e servizi, per pochi, con un ricorso abnorme alla spesa pubblica fine a se stessa e senza alcuna visione programmatica e
e di lungo respiro , in una logica clientelare ed autoreferenziale che si scontra con un’altra realtà ben diversa.
Una realtà e verità “velata” e sottaciuta da chi non vuole disturbare il “manovratore od i manovratori” ,che vede un decremento esponenziale della popolazione con un aumento delle “migrazioni” per motivi di lavoro e di studio ,correlata ad un aumento della disoccupazione in totale e di quella giovanile e femminile in particolare; la “ghettizzazione ” di certe realtà periferiche abbandonate al destino di zone di influenza o addirittura “fortini” della criminalità organizzata come viene documentato dalle relazioni annuali della DIA ,o dalle operazioni delle forze dell’ ordine su cui ,in maniera incomprensibile, si registrano rari commenti da parte di chi dovrebbe rappresentare l’ intera comunità messinese . Così come va evidenziata la diffusione ,ed il consumo ad ampi livelli ,di sostanze stupefacenti al punto tale da fare definire Messina come “snodo centrale del traffico di droga”.
Così come non riscontriamo la necessaria attenzione per l’ aumento della dispersione ed elusione scolastica e delle devianze giovanili ad esse collegate ,o per l’ aumento delle fasce di povertà e povertà assoluta che si va ampliando anche a ceti e categorie sociali che non avevano mai vissuto questa difficile situazione, che però vede al contempo la maggiore parte della ricchezza concentrata in pochissime mani .
Od ancora la carenza di interventi pianificati e non di emergenza per fronteggiare il rischio idrogeologico di un territorio fragile ed ad alto rischio idrico, e la crisi del
settore commerciale ad eccezione degli esercizi di “food and beverage” e dei “punti scommesse”
E queste e tante altre problematiche misconosciute non fanno parte di un “teatrino” o di una “realtà virtuale”, ma sono una cruda ed amara realtà…” conclude il gruppo.