Messina torna al centro dell’attenzione nazionale con il risanamento delle sue aree più degradate. La recente visita di Alessandro Battilocchio, presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta sulle condizioni di sicurezza e sullo stato di degrado delle città e delle loro periferie, ha messo in luce gli sforzi compiuti per trasformare le baraccopoli in un modello di rigenerazione urbana. Insieme alla sottosegretaria Matilde Siracusano e al subcommissario per il risanamento Marcello Scurria, Battilocchio ha visitato alcune delle aree simbolo del cambiamento, come Fondo Fucile e via Catanoso, evidenziando i progressi e le sfide ancora aperte.
Secondo Battilocchio, gli interventi di sbaraccamento e riqualificazione urbana in corso a Messina possono essere un modello replicabile in altre città italiane che affrontano problematiche simili. La città è passata da una “vergogna nazionale” a un esempio virtuoso, con interventi che combinano rigenerazione urbanistica, ambientale e sociale.
Grazie all’emendamento contro le baraccopoli voluto da Forza Italia, Messina ha beneficiato di un finanziamento di 100 milioni di euro, utilizzato per eliminare ghetti e favorire un’integrazione sostenibile. La deputata Siracusano ha sottolineato come questo “modello Messina” sia un successo da consolidare e ampliare, richiedendo nuovi fondi e una gestione efficiente. Tra i prossimi passi, la Commissione Periferie tornerà a Messina nei primi mesi del 2025 per monitorare ulteriori sviluppi.
Nonostante i progressi, c’è ancora molto da fare. Gli interventi di bonifica delle aree liberate dalle baracche e la costruzione di nuovi alloggi sociali sono solo il primo passo di un processo che dovrà portare anche a una completa reintegrazione delle comunità nei tessuti sociali e culturali più ampi della città. Il risanamento, infatti, non è solo un fatto urbanistico, ma una vera e propria operazione di inclusione sociale: e su quest’ultimo punto le criticità sono sostanziali.