Truffa del superbonus: Nicola Barbera torna libero dopo la revoca dei domiciliari

Nicola Barbera, coinvolto nell’inchiesta sulla truffa del Superbonus, è tornato in libertà dopo la revoca degli arresti domiciliari. La decisione è stata presa dal giudice per l’udienza preliminare Arianna Raffa, in seguito all’istanza presentata dai suoi legali, Filippo Di Blasi e Paola Barbaro. Barbera, accusato di aver collaborato con il padre, Antonino Barbera, un medico di 72 anni di Rometta, era finito al centro di un’indagine che lo vedeva imputato per un presunto raggiro ai danni dei pazienti.

Secondo quanto ricostruito dall’accusa, il medico avrebbe sfruttato il rapporto di fiducia costruito con i propri pazienti per convincerli ad accedere ai contributi statali del Superbonus, uno strumento messo in atto dal governo per incentivare lavori di ristrutturazione edilizia. Tuttavia, l’inchiesta ha portato alla luce un presunto sistema fraudolento che avrebbe permesso alla famiglia Barbera di intascare una somma ingente, pari a circa 37 milioni di euro, grazie a false dichiarazioni e irregolarità legate alle richieste di contributi.

Nicola Barbera, pur accusato di aver avuto un ruolo attivo nel sistema ideato dal padre, ha ottenuto la revoca degli arresti domiciliari, un segnale positivo per la sua difesa. I legali hanno infatti sottolineato che la posizione del loro assistito potrebbe essere riconsiderata nel corso del procedimento.

Il processo per la truffa del Superbonus, che coinvolge in totale dieci imputati, tra cui Antonino Barbera, si terrà a novembre, dopo il rinvio a giudizio decretato la scorsa settimana. Sarà in quella sede che verranno esaminate le prove e i dettagli dell’inchiesta, con l’obiettivo di chiarire le responsabilità dei singoli imputati.

L’inchiesta sulla truffa ha sollevato grande clamore, mettendo in luce le falle nel sistema di controllo dei contributi statali e sollevando interrogativi sulla possibilità che raggiri di questo tipo possano verificarsi in altre parti del paese.

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