La Federazione Italiana Associazioni Partigiane (FIAP) ed il Comitato siciliano per il centenario del martirio di Giacomo Matteotti, dopo aver ricordato il deputato socialista democratico e martire dell’antifascismo con una solenne cerimonia svoltasi il 10 giugno scorso all’Assemblea regionale siciliana, hanno diffuso una nota chiarificatrice in merito ad alcuni eventi previsti per questo mese. Secondo i due sodalizi, «sono numerose le iniziative sorte negli ultimi tempi in Sicilia, anche indipendentemente dal Comitato matteottiano, che può essere facilmente contattato tramite il sito Internet www.comitatomatteotti.it. Consideriamo in modo positivo le varie manifestazioni spontanee, anche quando sono organizzate da forze politiche, come il Partito Democratico o le varie realtà collocate alla sua sinistra, che non discendono dal filone socialista riformista incarnato dal Matteotti. Ovviamente, il nostro martire, che guidò il partito politico più perseguitato dal regime fascista e finì per essere ucciso da quella crudele dittatura, può legittimamente essere onorato anche da chi non rivendica la continuità con i valori del socialismo democratico. Tuttavia, ci è giunta notizia che nel messinese è stato diffuso un manifesto relativo ad un evento dedicato a Giacomo Matteotti, in cui non risulta coinvolto alcun rappresentante del mondo socialista e socialdemocratico, ma anzi compare il simbolo di un partito della cosiddetta “estrema sinistra”, con tanto di falce, martello e stella. Non nutriamo dubbi sulla buona fede degli organizzatori – concludono FIAP e Comitato Matteotti – e di chi ha posto in essere qualche accostamento del genere in passato; a beneficio soprattutto dei più giovani, ci appare comunque opportuno ricordare che Giacomo Matteotti fu un avversario strenuo di ogni tipo di fascismo, così come del comunismo in tutte le sue declinazioni». In particolare, Antonio Matasso, presidente regionale di FIAP Sicilia, ha diffuso una nota con un passaggio della durissima lettera indirizzata da Giacomo Matteotti alla direzione del Partito Comunista nell’aprile del 1924: «… codeste vostre proposte, apparentemente formulate a scopo di “fronte unico”, sono in sostanza lanciate ad esclusivo scopo di polemica coi partiti socialisti, e di nuove inutili dispute. Ciò può recare piacere o vantaggio a voi, come al Governo fascista, dominante con gli stessi metodi di dittatura e di violenza che voi auspicate. Ma non fa piacere – scriveva Matteotti – né a noi né alla classe lavoratrice che subisce il danno delle vostre disquisizioni e dei riaccesi dissensi… Restiamo ognuno quel che siamo: voi siete comunisti per la dittatura, per il metodo della violenza delle minoranze; noi siamo socialisti per il metodo democratico delle libere maggioranze. Non c’è quindi nulla di comune tra noi e voi. Voi stessi lo dite ogni giorno, anzi ogni giorno ci accusate di tradimento contro il proletariato. Se siete quindi in buona fede, è malvagia da parte Vostra la proposta di unirvi coi traditori; se siete in malafede, noi non intendiamo prestarci ai trucchi di nessuno». Oltre a riportare le parole del segretario del Partito Socialista Unitario, persino etichettato come “socialfascista” dalla propaganda comunista, Matasso ha ribadito che l’intervento della FIAP e del Comitato Matteotti non è mosso da alcun intento polemico, ma dal solo scopo di «far conoscere per intero la figura del leader socialista democratico e riformista ucciso cent’anni fa», che fu nemico di tutte le dittature e di ogni posizione antidemocratica e illiberale, avversando sia il fascismo, sia il comunismo nelle varie forme. Il tutto anche per evitare, conclude il presidente della FIAP, «che qualcun altro, magari non animato dalla stessa sensibilità di chi intende omaggiare con sincerità il nostro Matteotti, si senta autorizzato a ripetere qualche spettacolo poco edificante del recente passato, in cui abbiamo assistito a manifestazioni in ricordo del socialista Salvatore Carnevale allestite senza invitare i socialisti o addirittura esibendo bandiere comuniste, in un evidente tentativo di distorcere la storia».