“Sono senza assistenza domiciliare dal 26 giugno, forse arriva oggi un nuovo operatore, almeno lo spero”: a parlare è una disabile, che ci consegna “la pezza d’appoggio” che avevamo già quando è stato lanciato l’allarme che ha spinto la Presidente della Messina Social City a inviare una pec di “rettifica e replica” alla nostra redazione. Lei (come altri utenti di cui tuteliamo l’identità) non fanno parte della platea dei 373 di cui oggi ci rende edotti sulla Gazzetta del Sud la rappresentante pro tempore, che ha ritenuto di rispondere direttamente sul giornale ad una interrogazione da parte del consigliere comunale Russo, a cui deve invece rispondere il Sindaco avendo anche funzioni diverse, visto che l’amministrazione “controlla” l’azienda speciale.
Valeria Asquini, che nel gennaio del 2024 ha diffuso i “numeri record” della partecipata (che non è dotata di un ufficio stampa nonostante diffonda comunicati e utilizzi pagine social ufficiali) aveva dichiarato 950 beneficiari di servizi domiciliari: è quindi questo il numero per il quale il Comune paga ufficialmente il servizio.
E qui iniziano le “asquinate”: intanto perchè evidentemente vengono messi in un unico “calderone” anziani, disabili e l’utenza servita con i fondi PAC, e poi perchè dichiarare il mese di “proroga” di un servizio vuol dire che la sospensione c’era. E che non si hanno certezze su quanto accadrà alla fine del mese di luglio, sia per l’assistenza che per il contratto rinnovato di un mese agli operatori. Non solo, secondo quanto dichiarato dalla stessa Asquini, adesso che sono finiti i fondi PAC, viene richiesto l’Isee (che gli utenti normalmente hanno presentato nelle prime settimane di gennaio) ai fini di un proseguimento del servizio il cui pagamento, finita la proroga, sarà condiviso con l’utente (compartecipazione): quindi è lecito pensare che fino ad oggi anche un “ricco disabile” può aver usufruito di un servizio gratuito (con fondi pubblici) senza averne diritto, poichè fino a giugno di quest’anno la Presidente Asquini dichiara che si è trattato di un servizio gratuito perchè pagato con i fondi Pac e soltato adesso chiede l’isee a questi utenti. Richiesta che ha fatto invece saltare sulla sedia le famiglie che da anni presentano la documentazione Isee e DSU, perchè evidentemente non sapevano di usufruire di un servizio a progetto che li ha lasciati all’improvviso senza assistenza.
Per meglio spiegare ai lettori una materia piuttosto ostica, ma che riguarda la vita di persone che per lavarsi, vestirsi, mangiare, necessitano di aiuto, i fondi Pac Anziani si dividono in: 1) servizi di assistenza domiciliare integrata (A.D.I.) cioè ad integrazione dei servizi ASP
2) servizi di assistenza domiciliare (S.A.D.)
3) PUA porta unica di accesso (mai attivata dalla Messina Social City)
Il consigliere Russo si riferisce al S.A.D. perché certamente non è di competenza del consiglio comunale interferire con le azioni dell’Asp, che invece garantisce con altri fondi e insieme alla MSC l’assistenza a chi ha problemi anche di natura sanitaria (somministrare una terapia ad esempio, senza necessariamente stare ricoverati).
Non si comprende quindi perché la presidente della MSC senta la necessità di dare spiegazioni su un argomento di cui nessuno ha chiesto spiegazioni ovvero i fondi PAC, a meno che i disservizi di cui abbiamo parlato non facciano riferimento esclusivamente al progetto PAC Anziani in AVI.
Ma invece i disservizi lamentati dal nostro primo articolo fanno riferimento all’assistenza domiciliare anziani e persone con disabilità, beneficiari storici del servizio essenziale garantito come da contratto col Comune, cioè coi fondi di bilancio.
La presidente dichiara che con i fondi Pac vengono serviti 373 utenti: sono tutti dell’area Messina o anche dei vari comuni che fanno parte del distretto 26? Altrimenti non si spiega perché introduce “residenti del distretto socio-sanitario D26″. Intanto il Comune di Messina attraverso il dipartimento servizi alla persona e alle imprese distingue i pagamenti e i servizi: facciamo un esempio con le ultime fatture. Con determina n.5634 del 27.06.2024 il Comune ha liquidato le fatture n. 28 e 30 alla Messina social city per il servizio di assistenza domiciliare socio assistenziale per anziani non autosufficienti NON IN ADI” (quindi senza l’attività fornita dall’asp) e con determina n. 5633 del 27.06.2024 ha pagato per le prestazioni in Adi. Entrambe le fatture sono state liquidate con fondi PAC.
In pratica, e questo è a parere nostro il vero nodo che Valeria Asquini tenta di ingarbugliare sempre più: il Comune paga mensilmente la Messina Social City per garantire quante prestazioni di assistenza domiciliare, 950 o 577? Ma la risposta è semplice: perchè le segnalazioni di mancata assistenza arrivano anche da famiglie con minori disabili e da beneficiari “storici”. Come abbiamo già detto e provato a spiegare, senza essere smentiti, pare quindi che la Messina Social City riceva due pagamenti per le stesse prestazioni. (un metodo che abbiamo gia riscontrato su questo giornale a proposito dei fondi del pon inclusione nel 2020 )
E’ semplice: se nella fattura mensile ricevo soldi per garantire l’assistenza domiciliare, poi la stessa assistenza domiciliare la affido ad operatori che però pago con i fondi PAC, ora che i fondi sono finiti (ma si è saputo solo grazie all’attenzione della stampa per le denunce di alcuni utenti) dopo la proproga (che non si capisce da quali fondi è stata garantita) cosa succederà agli utenti e agli operatori? e quanti sono gli utenti che dovranno pagare?
Se tutto “proseguirà assicurando le prestazioni erogate come fatto fino ad oggi” non si scappa: o le prestazioni rientravano nei fondi del Bilancio ordinario, o si trattava di extrabilancio o verosimilmente di entrambi. E questo non solo nel 2024 ma anche per il 2023.
A queste domande senza risposta ne aggiungiamo una sfuggita anche alla prima richiesta di “rettifica” e riguarda l’anomalia di una determina, la n. 5450 del 21 06 2024 sulla prosecuzione di un servizio (il Sada) per il periodo gennaio – giugno 2024, quindi a servizio quasi scaduto. Come successe per il RUP per i piani personalizzati per i minori con disabilità di cui ci siamo occupati anche politicamente.
Le “asquinate” sulla qualità del servizio poi si infrangono miseramente col grido di dolore che riceviamo da cittadini fragili, che si sono ritrovati da un giorno all’altro senza assistenza a partire dal 26 di giugno, che da cinque anni combattono per avere un’ora o due in più di assistenza, che cambiano operatori a cui devono nuovamente spiegare le necessità degli assistiti, senza entrare nel merito di chi risulta operare in maniera interscambiabile per la Messina Social City, che “da autista a o.s.s.” a quanto pare è un attimo.