“Alla conferenza di servizi esprimerò la posizione di un sindaco che ha la responsabilità e l’onere di gestire, se mai si farà, un’opera invasiva a 360 gradi, come il ponte sullo Stretto”. Così il sindaco di Messina, Federico Basile, oggi a Roma per rappresentare la sua città, in un’intervista all’edizione locale di Repubblica. Il sindaco presenterà una serie di osservazioni, predisposte dai tecnici.
Secondo gli esperti della Città metropolitana, infatti, il Ponte comporterebbe “la fine della riserva naturale di Capo Peloro” e “una seria compromissione di tutto l’ecosistema”. La posizione del sindaco, tuttavia, è più articolata: “Io sono il sindaco di tutti e il mio compito è quello di tutelare la città di Messina. Se sono favorevole al Ponte? Non è questo il tema e non è questo il punto. E non lo dico per svicolare. Ho sempre detto che non si tratta di dire sì o no, perché questo è un ragionamento ideologico che ha fatto il suo tempo. Il mio dovere, al di là della mia posizione, è quello di tutelare il territorio”. Basile si augura che chi ha redatto il progetto “non si sia limitato a prendere quello di dieci anni fa, per poi aggiornarlo”. “Ci sono zone – spiega – dove, nel frattempo, sono sorti impianti importanti come quello di selezione dei rifiuti a Pace. O zone che non sono più idonee, secondo i nostri tecnici, perché dopo dieci anni il territorio muta. Ecco, elencherò tutte le criticità che sono state riscontrate”. ”
Messina – aggiunge il sindaco – si sta risvegliando. Tutta la città sarà investita dai cantieri del Ponte e non so se possiamo pagare questo scotto, in questo momento storico. Avevamo progettato e disegnato la nostra “rinascita” senza il Ponte. È questo il tema politico. Non possiamo rischiare di affossarci, o bloccare questa rinascita. Il sindaco si sta battendo e si batterà per la tutela del territorio. La volontà politica del governo, questo mi sembra chiaro, sta galoppando verso quest’opera. La tutela del territorio, da parte mia, sarà totale. Ma non si può tradurre – conclude Basile – in un “no al Ponte””.