Veleni nel giardino di Angela Manca: indagato il nipote Ugo

Il destino non ha ancora esaurito la sua crudeltà nei confronti della famiglia Manca. In attesa di giustizia per l’uccisione di Attilio, nel febbraio del 2004, la cui storia professionale si intreccia con la latitanza del boss corleonese Bernardo Provenzano, la signora Angela ha subito ulteriori tormenti. Il marito, Gioacchino Manca, per tutti Gino, è morto il 19 agosto del 2023, dopo una lunghissima ed estenuante battaglia contro una fibrosi polmonare. Una malattia ch oggi fa riflettere alla luce di quanto emerso dalle indagini della Procura.  Dal 2011 in poi, infatti,  il giardino di casa Manca, a Barcellona Pozzo di Gotto,  diventa teatro di un’avvelenata agonia: sostanze nocive vengono versate nelle sue piante, rendendo l’aria irrespirabile, bruciando la gola e uccidendo la vegetazione circostante. Angela è costretta a vivere nell’ombra di una minaccia invisibile, a tenere chiuse porte e finestre anche durante le calde notti estive, fino a quando non è costretta ad abbandonare la sua stessa casa.

L’orrore di questa situazione raggiunge il suo culmine quando emergono i sospetti nei confronti del nipote di Angela, Ugo Manca. Le indagini della Procura mettono in luce una serie di prove che lo incriminerebbero: Ugo è accusato di atti persecutori perchè avrebbe versato sostanze nocive nel giardino dei suoi parenti in numerose occasioni, generando in loro un fondato timore per la propria incolumità.

Ugo Manca era finito già nelle carte della commisione nazionale antimafia che ha ricostruito i movimenti prima e dopo la morte di Attilio, accertando  che la “prima mattina del 13 febbraio” era “arrivato intorno alle ore 07:00 alla stazione Termini di Roma” e si era diretto “nel capoluogo viterbese accompagnato in auto da un’amica” e “arrivato a Viterbo, chiedeva insistentemente” di “entrare nell’abitazione di Attilio, in quel momento posta sotto sequestro, asseritamente per recuperare dei vestiti da utilizzare per vestire la salma. Inoltre, la famiglia segnalava il costante contatto telefonico intercorso tra il predetto Ugo Manca e tale Lorenzo Mondello, altro barcellonese di lui amico, che veniva aggiornato continuamente sugli sviluppi degli accadimenti”.

Adesso la signora Angela lotta per la sua stessa sicurezza e continua a portare il peso dei ricordi dei suoi cari perduti: Attilio e Gino. Ma non è sola. In questi anni la società civile siciliana e italiana chiede con lei che venga scritta anche processualmente la verità sull’uccisione di Attilio. E giustizia anche per chi cme lei e il marito Gino hanno subito questo attacco velenoso.

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