Continua a far discutere l’inchiesta sulla corruzione intorno ai lavori di ristrutturazione del torrente Bisconte e che ha portato ai domiciliari l’ex candidato sindaco del centro destra Maurizio Croce. Tra gli indagati nell’ordinanza firmata dalla gip Arianna Raffa, anche il geometra di Barcellona Pozzo di Gotto Antonino Cortese, funzionario del dipartimento di Protezione civile di Palazzo Zanca, della geometra milanese ma residente a Messina Rossella Venuti, responsabile dell’Area Tecnica I – Patto per il Sud nell’ambito dell’Ufficio del Commissario di Governo contro il dissesto idrogeologico nella Regione Siciliana, l’imprenditore Rosario Arcovito di Messina, i brontesi Emanuele Capizzi e Davide Tommaso Spitaleri, Giovanni Pino di Messina e due persone giuridiche: il Consorzio stabile progettisti e costruttori ed Scs Costruzioni edili gestito di fatto da Giuseppe Capizzi.
Ed è proprio quest’ultimo ad aver svelato a magistrati e finanzieri la rete di rapporti e le “cortesie” che Croce gli avrebbe chiesto: l’ effettuazione a titolo gratuito di lavori presso il Verdura Resort di Sciacca per un importo complessivo di circa euro 93.165,44.; la corresponsione, per il tramite di Rosario Arcovito, Tommaso Davide pitaleri e Giovanni Pino e con ‘intermediazione di Vazzara Francesco, di una somma complessiva di circa 60 mila euro a titolo di finanziamento per la campagna elettorale quale candidato a Sindaco di Messina per le elezioni amministrative del giugno 2022; ristrutturazione, con l’effettuazione di lavori per un valore di circa 30.000 euro di un immobile adibito ad esercizio commerciale sito in Viale San Martino n. 160 nella disponibilità di Francesco Vazzana; acquisito in favore di Francesco Vazzana di un orologio Rolex Daytona del valore di circa 20 mila euro; trasferimento di una autovettura da Venetico a Roma per esigenze personali di Croce sempre a spese di Capizzi.
Tutti episodi da cui dovrà difendersi il superburocrate della Regione siciliana, amato trasversalmente tanto da essere stato assessore regionale nella giunta di centro sinistra e poi candidato sindaco di Messina per il centrodestra.
Ma intanto emergono altri particolari dalle carte dell’inchiesta. Sul Fatto Quotidiano ad esempio si parla di una “mazzetta da 110 e lode”, ovvero una laurea che l’imprenditore Giuseppe Capizzi avrebbe offerto alla geometra Rosella Venuti, pagando le rette della università telematica alla funzionaria dell’ufficio del commissario contro il dissesto idrogeologico, per consentirle un ruolo di dirigenza nell’ufficio del committente a cui l’imprenditore e’ interessato, perché le commesse arrivano a oltre 1,2 milioni di euro.