Il tema dell’attraversamento stabile dello Stretto di Messina è da tempo al centro delle discussioni e dei dibattiti nella regione. L’ultima seduta della commissione consiliare ha fornito spunti di riflessione attraverso il resoconto del comitato “Spazio No Ponte”. Questo comitato ha da sempre espresso la sua opposizione al progetto del ponte, e i recenti sviluppi politici sembrano alimentare ulteriormente le preoccupazioni di chi si oppone all’opera.
Il dibattito sul ponte ha attraversato diverse fasi, con il periodo di Berlusconi e la Legge Obiettivo che hanno aperto la strada alla possibilità di costruire l’infrastruttura. Tuttavia, nel corso degli anni, le opinioni sono rimaste divise tra favorevoli e contrari, con partiti, sindacati e giornalisti che hanno cambiato posizione in base agli equilibri politici del momento.
Il comitato “Spazio No Ponte” evidenzia una serie di preoccupazioni, tra cui la presunta illusione che i privati avrebbero finanziato il progetto, la smentita di previsioni di crescita del traffico su gomma, e le implicazioni ambientali legate alla produzione di cemento e acciaio. Inoltre, vengono sollevati dubbi sull’entità reale dei posti di lavoro generati dal progetto, con l’idea che il numero annunciato sia gonfiato.
Una critica importante riguarda la fase attuale del progetto, caratterizzata dalla “reviviscenza del contratto”. La legge di conversione del Decreto ponte sembra aver sollevato dubbi di legittimità, poiché il General Contractor originale non è completamente sovrapponibile a quello che ha vinto la gara. Il costo complessivo del progetto è più che triplicato rispetto agli anni precedenti.
Il comitato “Spazio No Ponte” pone l’accento sulla contrarietà alla militarizzazione delle città e sottolinea la necessità di una lotta no ponte, vista come unica risposta a una possibile tragedia annunciata. La resistenza popolare è considerata un antidoto alla devastazione dei territori e alla costruzione del ponte, che viene descritto come un “dispositivo politico-finanziario” al servizio degli interessi delle élite locali e nazionali.
In conclusione, il resoconto del comitato “Spazio No Ponte” offre una panoramica critica della situazione attuale e sollecita alla mobilitazione contro l’avvio dei cantieri. La lotta no ponte viene presentata come una difesa delle città e dei territori, con la speranza di aprire la discussione su alternative più sostenibili e rispettose dell’ambiente.
Seguiranno nei prossimi giorni le sedute della commissione consiliare con la partecipazione degli altri comitati no ponte.