“Rifiuti – stato attuale e prospettive” questo l’oggetto dell’incontro con la stampa che, questa mattina, è stato convocato in Aula Consiliare dai capigruppo dalle forze democratiche-con vari nomi e declinazioni-.
Si è parlato di ARO, Fondo di Rotazione e Discarica di Mazzarà alla presenza di quasi tutte le componenti dell’area, tra cui la Presidente del consiglio Barrile, il capogruppo democratico David e Cardile (Felice per Messina).
Il vero protagonista dell’incontro però, è stato chi da qualche mese a Palazzo Zanca è assente ma tra qualche mese potrebbe tornare, non più da consigliere come fino alla primavera scorsa ma da sindaco: Felice Calabrò, candidato espressione del centro-sinistra e UDC alle ultime amministrative, poi superato dal competitor Renato Accorinti al ballottaggio. La probabilità che l’avvocato possa indossare la fascia tricolore in un futuro niente affatto remoto, come è noto, non è esclusa e, ben prima di Natale, sapremo se il ricorso presentato dal dott. Cocivera&co. Troverà accoglimento (e lo avrà! Sarebbe assurdo il contrario).
Le luci della ribalta sono tutte su di lui che, per qualche ora, torna “a casa”, tra quei banchi dell’aula che ben conosce.
Non le manda a dire, nel corso delle numerose interviste rilasciate prima e dopo la conferenza stampa, spaziando da un tema all’altro, su sollecitazione dei giornalisti: dal famigerato 4 novembre e il comportamento del sindaco, alla gestione delle partecipate, le criticità di carattere economico finanziario e ovviamente il ricorso, fino al report reso ieri dall’Osservatorio sulla Democrazia Partecipata, circa i primi cento giorni del suo lavoro accademico.
Ovviamente il tema cruciale è quello dei rifiuti che, fino a qualche ora prima, era oggetto di discussione nella stessa aula al lavoro e che di lì a poco tornerà ad esserlo ancora (e ancora e ancora e ancora…).
E’ il menage a trois tra Ato, Messinambiente e TirrenoAmbiente che continua a tener banco: “quest’amministrazione che si propone di cambiare il modo di gestire le cose dal basso, la vedo continuare nell’errore. Se si fa caso alla perizia sui 3 mesi in forza della quale, da ottobre a dicembre, il Comune s’impegna a versare 10milioni a Messinambiente per il servizio, gli importi sono inferiori a quelli che già si sono spesi. Un vizio del passato insomma. Non puoi coprire un servizio per 4 e poi lo fai da 7 perchè hai un buco di 3 e i soldi da qualche parte dovranno uscire”, semplifica.“I mesi che verranno sono già etichettati come produttori di debito fuori bilancio”.
Circa la ragione per cui la delibera relativa ha trovato degli intoppi a causa dei quali, dopo l’urgenza del 14 agosto, è stata ritirata, commenta: “nasce male. Il consiglio comunale l’ ha corretta tre volte … tre volte!
Ad agosto è stata ritirata per non riproporla più. E non la riproporranno perchè c’è un problema di carattere economico finanziario. Si è detto: ma se noi non abbiamo ancora il bilancio di previsione, possiamo votare un debito fuori bilancio, se sono somme che potremmo prevedere con copertura in bilancio? E hanno bloccato la delibera. Fino a prima prevedevano la adozione del debito fuori bilancio. Ma fuori quale bilancio? I precedenti in cui è sorto il debito o il bilancio attuale? Entrambe le interpretazioni sono valide. Ma qui non siamo chiamati ad interpretare norme bensì ad amministrare, ad assumere scelte e responsabilità, altrimenti non ci saremmo candidati a gestire il Comune. Non stiamo dicendo che sia facile”. E così, arriva la proposta: “noi stiamo suggerendo soluzioni, la nostra si chiama ARO: area raccolta ottimale”.
Circa i dati resi noti ieri dall’ ODP in merito all’analisi della partecipazione sempre più attiva dei cittadini alla vita politica, offre commenti tutt’altro che positivi e frutto certamente di un fraintendimento di fondo: “il tempo è fondamentale. Se l’avessero fatta un mese dopo sarebbe stato meglio. Mi fa piacere che l’Università ha qualcosa da fare”. Calabrò sorride e specifica l’ironia, chiarendo che l’analisi gli appare solo “prematura”.
E a chi gli fa presente che, secondo la ricerca, Accorinti vincerebbe ancora oggi, risponde con i cari vecchi numeri: “la città di Messina ha 202.000 abitanti aventi diritto di voto, al primo turno sono andati alle urne in 160.000. In quell’occasione io ho preso 41 mila e qualcosa –41.453 per l’esattezza-, 82.000 la coalizione . Sicuramente abbiamo vinto al primo turno ma non stiamo qua a dire… siamo andati al ballottaggio, hanno votato 90.000 persone, in 43.000 per me, in 47.000 per lui”. In soldoni, il ragionamento del democratico è 47.000 su 202.000 è una percentuale minima, troppo per dichiarare che oggi il leader di CMdB vincerebbe di nuovo.
Ebbene ci sono un paio di errori di fondo-come già premesso- che ci sembra doveroso correggere a fronte di queste osservazioni, legittime e comprensibili, se rispondenti al vero. Non esiste nel report, di cui anche noi vi avevamo raccontato nella giornata di ieri attraverso il nostro giornale (http://wp.me/p3Yyuf-4jE) un solo accenno al fatto che oggi Renato Accorinti vincerebbe nuovamente le elezioni a mani basse, come da oggetto del botta e risposta con i giornalisti, né tanto meno si trattava di un’analisi sulla condotta della nuova amministrazione o di uno studio iniziato, elaborato in tre mesi e conclusosi -al contrario, gli addetti ai lavori avevano proprio precisato che si il loro fosse un primo report al quale ne sarebbero seguiti altri, giacchè il progetto è ancora in pieno sviluppo-. Ergo è evidente che Calabrò abbia ricevuto informazioni errate sull’operato dell’Osservatorio.
L’argomento che ha infervorato oggi anche l’ animo di qualche consigliere comunale, è stato dunque affrontato anche con la “special guest star” -perchè così è stato accolto da stampa e simpatizzanti-il democratico.
L’ex candidato e probabile futuro sindaco, in merito agli scopi della ricerca universitaria ha manifestato alcune perplessità e un apparente disappunto su alcune sfumature, senza entrare nel merito della veridicità o la bontà dello studio in sé. “Sono andati da tutte quelle persone che mi fermano per strada, gente che non conosco e che mi dice che non vede ora che arrivi dicembre?”. D’altra parte però chiarisce “io non discuto il dato della ricerca anche perchè per metterlo in dubbio lo dovrei studiare e devo dedicarmi ad altro, perchè in questo momento la città ha bisogno d’altro. Mi piacerebbe però che l’Università si occupasse di sviluppo. Mi piace vedere in queste indagini elementi estemporanei che forse servono a spostare l’attenzione dalle cose serie-???-. Io o sono sul pezzo costantemente o sono fuori. La città di Messina è così: o è sul pezzo o è fuori. I miei amici dipendenti avranno seri problemi di stipendio entro un paio di mesi se continua quest’andazzo. Poi gli diremo che l’Università ha fatto una ricerca in forza della quale Accorinti sarebbe stato rivotato. E gli mettiamo a tavola questo. Fermo restando che rispetto alla validità e la genuinità della ricerca non discuto, non è il mio mestiere ma ritengo che se è stata fatta dall’Università sia stata fatta bene, ma è prematura ”.
Ma la ricerca non ha detto questo e se fosse stato chiaro forse si sarebbe evitato il rischio dell’incidente diplomatico con Piazza Pugliatti che non è del tutto da escludere. (ELEONORA URZì)