Scoppia il caso Maurizio Croce, consigliere comunale e candidato sindaco del centrodestra nel 2022, il cui assenteismo ha scosso la politica locale e ora rischia di finire in prefettura con una richiesta di decadenza. Croce ha continuato a mantenere un sorprendente silenzio in merito alle questioni politiche che lo coinvolgono, mentre il presidente del Consiglio comunale, Pergolizzi, ha deciso di agire.
Da quando è iniziato il suo mandato nell’estate del 2022, Maurizio Croce è stato quasi completamente assente dai lavori del Consiglio comunale. Su 134 sedute convocate finora, Croce ha partecipato solo a otto. Questo rende evidente un disinteresse nell’adempimento dei suoi doveri istituzionali come rappresentante eletto della comunità. E alla luce della nuova geografia politica di Palazzo Zanca la questione non è passata inosservata, con il presidente Pergolizzi, che ha intrapreso misure per affrontare questa situazione. Mentre un altro consigliere, Pippo Trischitta, sta valutando la presentazione di una proposta di decadenza. Pergolizzi ha scritto alla prefetta Cosima Di Stani per esplorare l’ipotesi di decadenza di Croce secondo quanto previsto dall’articolo 41 del regolamento del Consiglio comunale.
L’articolo 41 del regolamento prevede che sei assenze consecutive da parte di un consigliere dal lavoro d’aula possono costituire motivo di decadenza. Nel caso di Maurizio Croce, questa condizione è chiaramente soddisfatta.
Adesso si attende una risposta dalla prefettura, che potrebbe decretare la decadenza di Croce per via prefettizia. La situazione politica locale è in bilico, poiché ci sono ancora incertezze sulla scelta dei candidati per sostituire Croce. Tra di loro ci sono Sebastiano Tamà di Forza Italia e Alessandro Russo della lista De Domenico Sindaco, che avevano ottenuto rispettivamente il miglior quoziente per un seggio e il secondo miglior risultato nella sfida contro Federico Basile nel 2022.
Il silenzio di Maurizio Croce potrebbe aver influenzato negativamente la sua posizione in altre sfide politiche, come la presidenza dell’Autorità portuale di Messina, dove sembrava in vantaggio rispetto alla successione a Mario Mega. Tuttavia, la sua assenza costante dal Consiglio comunale sembra aver minato la sua credibilità e la sua efficacia come rappresentante eletto.