All’interno di una complessa operazione guidata dalla Procura della Repubblica di Messina, in special modo dal dipartimento deputato ai reati contro la Pubblica Amministrazione, sono stati eseguiti arresti domiciliari nei confronti di un alto funzionario dell’Agenzia delle Entrate di Messina e misure interdittive per due commercialisti della stessa città. Questi ultimi sono stati interdetti dall’esercizio della professione per 12 mesi.
Le indagini sono partite dalla denuncia di un imprenditore che, durante l’emergenza sanitaria Covid-19, aveva richiesto i contributi previsti dal “Decreto Ristori” (D.L. n. 137 del 2020). Stando alle prove sinora acquisite, il funzionario in questione avrebbe proposto all’imprenditore una sorta di contraccambio: in cambio dell’erogazione dei contributi, l’imprenditore avrebbe dovuto fornire sponsorizzazioni ad una associazione sportiva dilettantistica, di cui lo stesso funzionario era Team Manager.
Gli sviluppi dell’indagine hanno rivelato un quadro di corruzione ben più esteso. Due commercialisti, in connivenza con il funzionario, sollecitavano le aziende a fare sponsorizzazioni indebite, promettendo in cambio agevolazioni fiscali e la deducibilità delle spese sostenute. Di fatto, quattro imprenditori sono ora indagati per aver accettato queste condizioni, cercando di ottenere indebitamente vantaggi in procedure amministrative.
Inoltre, è emerso che le sponsorizzazioni effettuate all’Associazione Sportiva Dilettantistica erano puramente fittizie, poiché non vi era alcuna attività pubblicitaria reale legata alle stesse.
L’operazione mette in luce le criticità nel sistema di erogazione dei fondi legati al “Decreto Ristori” e l’importanza di mantenere un rigido controllo per prevenire e punire ogni forma di corruzione e malversazione.