In un momento storico in cui la comunicazione interculturale tra i popoli è più che mai necessaria, la città di Messina accoglie un progetto di portata globale. Il Maxxi, Museo nazionale delle arti del XXI secolo di Roma, inaugurerà presto una sede distaccata a Messina, con l’obiettivo di divenire un museo “ponte” tra Europa, Maghreb e Medio Oriente. Questa iniziativa vuole sfruttare il potere unificante dell’arte, linguaggio universale capace di superare barriere linguistiche e culturali.
L’annuncio ufficiale è stato fatto il 23 ottobre, quando il sindaco di Messina, Federico Basile, e il presidente della Fondazione Maxxi, Alessandro Giuli, hanno sottoscritto l’atto integrativo per la realizzazione di questo polo della creatività contemporanea.
Il nuovo museo troverà casa presso Villa Pace, appartenente all’Università di Messina, e nelle storiche Torri Morandi del Comune. Quest’ultime, costruite tra il 1954 e il 1955 dall’ingegnere Riccardo Morandi, hanno una storia significativa nella connessione tra Sicilia e Calabria. In disuso da vent’anni, grazie a un ambizioso progetto di rigenerazione urbana, le Torri saranno trasformate nel fulcro del Maxxi Med.
Le basi di questa collaborazione erano state gettate già a luglio, con un protocollo d’intesa tra Fondazione Maxxi, Comune e Università di Messina. Oltre alla realizzazione del museo, il progetto ambisce a creare un centro di ricerca e formazione per le nuove figure professionali nel mondo della cultura.
Il Comune di Messina ha dimostrato grande impegno, mettendo a disposizione le Torri Morandi per almeno 15 anni. Questo gesto, combinato con l’entusiasmo e la visione della Fondazione Maxxi, rappresenta un importante passo avanti per la realizzazione del progetto.
Tuttavia, come ha sottolineato il sindaco Basile, è fondamentale ora trovare sinergie e finanziamenti. Il percorso è agli inizi, ma la determinazione e la visione condivisa promettono un futuro luminoso. La firma di questo atto rappresenta non solo un traguardo raggiunto ma, come ha affermato Giuli, è la testimonianza tangibile dell’impegno e della fiducia nel progetto, distante dai tanti accordi generici che spesso non vedono realizzazione.