Ganzirri ha pianto la prematura scomparsa di Nino Donato, il marittimo di appena 29 anni vittima di un tragico incidente sul lavoro a Salerno. Il borgo marinaro, ha visto crescere il giovane marittimo tra quelle vie che portano al mare, dove da bambini si può ancora giocare in spiaggia, dove ancora ci sono “i vecchi” che hanno da insegnarti. Dove la tragica morte di un ragazzo è dolore condiviso. E la Chiesta di San Nicola, traboccava.
Nel corso dell’omelia, monsignor Gaetano Tripodo ha voluto sottolineare l’amore profondo di Nino per il suo lavoro e il suo desiderio di progredire: “Ci sono tanti morti sul posto di lavoro, quel lavoro che è dignità, realizzazione, che consente una vita dignitosa. Nino con tanta forza e gioia amava il suo lavoro, voleva progredire e raggiungere mete sempre più alte”. Ha dipinto un ritratto di un giovane affabile, con un forte attaccamento alla famiglia, mettendo in evidenza la sua dedizione particolare verso la madre e la sorella, soprattutto dopo la perdita del padre. “Nino”, ha affermato, “sicuramente si è distinto nel lavoro ma soprattutto gli obiettivi li ha raggiunti nella vita familiare con l’attaccamento alla madre e alla sorella sopratutto dopo la perdita del padre”.
L’atmosfera nella chiesa era palpabile: un dolore profondo ma composto, un senso di perdita collettiva per un giovane che aveva ancora tanto da dare. Al termine della cerimonia, i messaggi della sorella, della fidanzata e degli amici di Nino sono stati letti, tra l’inevitabile commozione. Un lungo applauso ha risonato nella chiesa e, al momento dell’uscita del feretro, palloncini bianchi sono stati liberati nel cielo, mentre le sirene delle navi suonavano in lontananza, in segno di rispetto e omaggio.
Nino Donato, secondo ufficiale della Cartour Delta, è stato tragicamente travolto da un trattore mentre effettuava una manovra sul molo 26. Un altro giovane ufficiale è rimasto gravemente ferito nello stesso incidente.