Nel caso della morte di Ayman Serti, un giovane studente di sedici anni di origini marocchine trovato morto nel piazzale “Italia 90” di Merì, sono emerse nuove sviluppi.
La Procura ha aperto un fascicolo che ipotizza il reato di “Istigazione al suicidio” e ha inserito due soggetti nel registro degli indagati per “false dichiarazioni al pm”.
Uno di loro è il proprietario di un distributore di carburante, sospettato di aver fornito benzina a Ayman prima del suo presunto suicidio, anche se nega questa circostanza.
L’altro indagato è un amico marocchino della vittima, accusato di aver mentito al pubblico ministero durante gli interrogatori e di aver cancellato messaggi e chiamate dal suo telefono.
Entrambi sono accusati di aver fornito false informazioni nel contesto dell’indagine sull’istigazione al suicidio di Ayman.
La madre sostiene che il ragazzo aveva un appuntamento in cui qualcuno lo ha aggredito in modo brutale, contraddicendo la tesi del suicidio.