Le regioni del Sud Italia, in base ai dati statistici degli ultimi anni, si sono dimostrate sempre più arretrate rispetto a quelle settentrionali. Il divario risulta essere notevole per alcuni fattori importanti. In primo luogo, i tassi di disoccupazione delle zone meridionali sono tutti al di sotto della media italiana (63%), a differenza del nord che la supera ampiamente. Per giunta, nella classifica delle città più vivibili in Italia del 2022 quelle del mezzogiorno compaiono soltanto a partire dal 31esimo posto, occupato da Roma; possiamo trovare anche Palermo e Messina tra l’88esima e l’89esima posizione.
Certamente non si può togliere al sud il primato del turismo, data l’immensa cultura del territorio. Tuttavia sotto molti altri punti di vista il meridione potrebbe essere in grado di migliorare la propria condizione. Il potenziale di crescita è già presente, ma va in qualche modo motivato e spinto alla realizzazione. Il processo di avanzamento tecnologico si prospetta essere lungo e travagliato, ma l’obiettivo è quello di riconciliare e rendere omogenea l’economia in tutta Italia.
Progresso digitale nelle aree del meridione
Purtroppo al sud sono sconfortanti anche i dati in merito al digitale: una persona su tre non hai mai utilizzato un pc nella sua vita; inoltre, meno del 20% della popolazione nel Sud Italia ha un accesso ad internet stabile e lo utilizza per svolgere mansioni lavorative. Sotto questo punto di vista, il sud Italia risulta essere una delle zone meno sviluppate in tutta Europa, insieme a Bulgaria e Romania.
Oltre all’evidenza statistica, si può notare una certa difficoltà nei confronti della tecnologia. Ne conseguono una forte disinformazione, scarse capacità di utilizzare apparecchi elettronici di uso quotidiano ed un ambiente lavorativo più arretrato. Tra questi ritroviamo anche i pagamenti digitali, a differenza delle zone settentrionali in cui sembrano essere diventati la normalità. Ad esempio, per giocare d’azzardo si preferiscono ormai i casinò online Paypal in Italia piuttosto che altri metodi di pagamento.
È tuttavia sbagliato generalizzare questa condizione, in quanto è presente un forte gap nelle zone rurali delle regioni rispetto ai centri urbani. Gli stessi comuni contribuiscono quanto dovrebbero a favorire il progresso in queste piccole aree, che spesso concentrano le loro risorse sul turismo, limitando le possibilità di crescita nel settore digitale.
Gli obiettivi ed i successi del sud
Quando si parla di difficoltà nell’avanzamento tecnologico non bisogna fare di tutta l’erba un fascio. La condizione di disagio che abbiamo descritto caratterizza quasi tutto il territorio meridionale, ma ci sono esempi di notevole sviluppo anche qui. È il caso della Campania e della Puglia, che spiccano per la presenza di start-up molto promettenti. Anche in Abruzzo si è registrato un forte aumento del tasso di occupazione in qualche anno.
Sono proprio le principali città del sud a portare avanti una campagna dedicata ad un cambiamento radicale, data la condizione precaria. L’idea è quella di trasformare il meridione in un grande polo per investimenti pubblici e privati, laboratorio di innovazione in ambito tecnologico e rafforzare il settore turistico, ossia la componente più importante dell’economia meridionale.
I piani per favorire l’innovazione tecnologica nelle zone meridionali
Non manca quindi l’intento di voler intraprendere una nuova strada aperta all’innovazione tecnologica in tutti i settori. Negli ultimi anni sono state avviate innumerevoli iniziative per rendere possibile uno sviluppo nel meridione, e dovremmo aspettare ancora un po’ di tempo per vederne interamente i risultati.
Il rilancio del Sud Italia sta prendendo forma soprattutto grazie ad incentivi statali. La legge di bilancio 2023 del Governo Meloni ha nuovamente confermato il Piano Sud 2030, ideato dall’ex-ministro per il Sud e Coesione Culturale Giuseppe Provenzano nel 2020. Il piano è volto a massimizzare gli investimenti pubblici sul territorio e quindi a ridurre il divario che persiste da tempo tra nord e sud.
Un’altra risorsa importante è il PNRR (Piano Nazionale Ripresa Resilienza). Circa 34 miliardi di euro su 61 totali verranno stanziati esclusivamente per il mezzogiorno. Si prevede innanzitutto una riqualificazione della rete stradale e un’espansione della rete ferroviaria, che dal nord si ferma alla città di Napoli, fino a diventare quasi del tutto assente in Calabria. In aggiunta, saranno fornite più risorse ai laboratori universitari e il miglioramento della mobilità urbana e dei mezzi di trasporto, in modo rendere le città più ecosostenibili.