di Veronica Pagano – Al primo turno di votazioni, riservato ai tesserati dem, a spuntarla sono proprio Stefano Bonaccini ed Elly Schlein, rispettivamente Presidente ed ex Vice Presidente della Regione Emilia-Romagna. Un risultato anticipato dai sondaggi, ma dare già ora per vincitore (il pur favorito) Stefano Bonaccini sarebbe un errore. Insomma, per usare una metafora sportiva: la partita non è ancora chiusa e la Schlein sta giocando bene le sue carte. Tutto sarà quindi deciso il 26 febbraio, giorno delle Elezioni Primarie per la scelta della nuova classe dirigente del Partito Democratico.
Sabato scorso, seguendo la Schlein a distanza di una sola settimana, Bonaccini ha varcato lo Stretto per incontrare il popolo siciliano: partendo da Messina e passando per Catania, è poi giunto a Siracusa concludendo a Ragusa. Ad attenderlo al Palacultura di Messina c’era una folla numerosa, oltre che alcuni dei personaggi dem siciliani più in vista: il segretario provinciale Nino Bartolotta, i deputati all’Ars Michele Catanzaro, Nello Di Pasquale, Calogero Leanza e Tiziano Spada, il consigliere comunale Felice Calabrò e i componenti della Segreteria regionale del PD.
“Abbiamo bisogno di un partito che torni ad essere più popolare”: ha esordito così Bonaccini che punta a rinnovare il PD e la sua classe dirigente recuperando il rapporto diretto con i cittadini. Ne segue poi, senza un (quantomeno apparente) filo conduttore, il richiamo a (in quest’ordine): Zelensky e la guerra in Ucraina, l’assalto a Capitol Hill e a Brasilia, il terrorismo in Medio Oriente, l’Iran, le vittime della mafia siciliana, per finire con Enrico Berlinguer, un richiamo che non può certo mancare in ogni comizio che voglia definirsi di sinistra, quasi – mi sia passata l’ironia – a voler tranquillizzare tutti della sua “fede ideologica”.
Il programma di Bonaccini
Lavoro, istruzione e sanità, senza però dimenticare i diritti civili, con un occhio di riguardo per i diritti della comunità LGBTQ+ e per il diritto di cittadinanza degli italiani di seconda generazione. Sono questi i punti programmatici presentati dal Presidente emiliano-romagnolo nella sala “Vincenzo Palumbo”. Primo imperativo: essere identificati come partito del lavoro.
“Il PD deve essere ossessionato dalla volontà di creare lavoro – ha dichiarato Bonaccini – o permettere a chi vuole fare impresa, in maniera sana e seria, di poterlo fare”. L’impresa quindi come “valore sociale da premiare” puntando al taglio del costo del lavoro e al riconoscimento di benefici fiscali per chi assume a tempo indeterminato, insieme ad una decontribuzione secca del 30% per tutte le nuove assunzioni, misura (quest’ultima) “pensata in particolare per il Sud”. E ancora: un reddito di cittadinanza migliorato, politiche attive per il lavoro e una legge di iniziativa popolare per il salario minimo legale.
“Il PD deve essere ossessionato dalla volontà di creare lavoro – ha dichiarato Bonaccini – o permettere a chi vuole fare impresa, in maniera sana e seria, di poterlo fare”. L’impresa quindi come “valore sociale da premiare” puntando al taglio del costo del lavoro e al riconoscimento di benefici fiscali per chi assume a tempo indeterminato, insieme ad una decontribuzione secca del 30% per tutte le nuove assunzioni, misura (quest’ultima) “pensata in particolare per il Sud”. E ancora: un reddito di cittadinanza migliorato, politiche attive per il lavoro e una legge di iniziativa popolare per il salario minimo legale.
Oltre al diritto al lavoro, sono due, secondo Bonaccini, i diritti da difendere: la sanità, minacciata dai tagli della spesa pubblica, e l’istruzione. Per quest’ultima, l’idea è di innalzare l’obbligo scolastico a 18 anni, investire sulla formazione tecnico-professionale e più asili nido e (soprattutto) gratuiti. Un timido richiamo, infine, alla questione ambientale sulla quale il candidato Segretario si è limitato a ricordare la necessità di investire maggiormente sulle rinnovabili.