L’hanno definita “giornata della collera messinese”, perché a scendere in piazza, in un corteo che è partito da Piazza Antonello, per percorrere le vie principali della città, sono stati cittadini e cittadine che hanno deciso di mobilitarsi per la difesa dei beni comuni, del territorio e dei diritti sociali.
Il 18 Dicembre, infatti, è la giornata di azione globale contro il razzismo e per i diritti dei migranti (promossa dal forum sociale mondiale di Dakar), e in tutto il mondo si sono svolte manifestazioni per i diritti umani, sociali e politici affinché ogni cittadino del pianeta possa decidere dove e come costruire il proprio futuro.
Da dove partire per i cittadini di Messina. Il comitato tocca nove punti fondamentali della società , dal ruolo dell’università, alla sicurezza dei territori, ai diritti di cittadinanza. E se i numeri della piazza sono spesso inversamente proporzionali al reale dibattito che accomuna quanti in questi anni, in questi mesi, hanno perso lavoro, casa, e diritti, il corteo di oggi resta il segnale di una città che vuole svegliarsi e che esiste. Prova ne è la nascita del COMITATO spontaneo di cittadini che ha promosso il corteo e che in un comunicato stampa ha sottolineato le diverse rivendicazioni.
“Non vogliamo più essere stritolati dalla precarietà e dal lavoro nero – hanno dichiarato – Rifiutiamo l’idea che su un territorio fragile come questo, e già abbondantemente saccheggiato dalle speculazioni, possa abbattersi un’opera inutile e devastante come il Ponte sullo Stretto. Non accettiamo più che migranti che vivono a Messina da decenni, i cui figli frequentano le scuole cittadine e le cui vite sono intrecciate con le nostre, debbano sottostare anche loro, a lavori in nero sottopagati, soggetti al ricatto padronale e a quello statale. Siamo convinti che la mancanza di futuro dei giovani e dei lavoratori locali abbia la stessa causa della fragilità delle vite dei migranti: una organizzazione sociale ed economica ingiusta e violenta che subordina la vita al profitto”.
Tra le specifiche richieste anche le dimissioni del Sindaco Buzzanca e della sua Giunta. Ma non solo. Questi cittadini, che utilizzano anche la rete come piattaforma per coordinarsi, chiedono anche l’abrogazione della Legge Bossi Fini e la chiusura dei CIE; la rescissione del contratto con Impregilo e il non riconoscimento di alcun debito con Impregilo e associate; il rilascio del permesso di soggiorno per chi ha partecipato alla “sanatoria truffa” ed estensione generalizzata della regolarizzazione a tutte le tipologie di contratto e di lavoro autonomo.
Molto sentito il tema del Ponte sullo Stretto e di interessi “connessi”, vista la presenza di cittadini a vario titolo impegnati nella rete No ponte, con la richiesta dicancellazione della Società Stretto di Messina S.p.a. e l’utilizzo dei fondi risparmiati dalla penale del Ponte sullo Stretto per la messa in sicurezza dei territori a rischio idrogeologico.
Il Comitato sceso in piazza oggi denuncia anche l’occupazione da parte di Eurolink, general contractor per la costruzione del Ponte, del polo universitario di Papardo; uno spunto per parlare anche di Università, dove sarebbe necessario garantire a tutti il diritto allo studio.
“Per questo, vista l’inadeguatezza all’adempimento di questo compito da parte dell’attuale rettore – dicono ancora i membri del comitato – chiediamo le dimissioni di Tomasello”.