“Questo e’ il governo che ha l’ambizione di posare la prima pietra” del Ponte sullo Stretto, “chiedero’ a Bruxelles che questo abbia un co-finanziamento europeo”. Lo dice il ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini in conferenza stampa dopo l’approvazione della manovra con la quale viene di fatto “resuscitata” la Stretto di Messina spa, società nata nel 1981 e messa in liquidazione dal governo Monti, che dovrà riavviare il progetto di realizzazione dell’opera.
Torna dunque una prospettiva a due anni per l’ennesima posa della prima pietra. Nel frattempo torneranno a scorrere i flussi di denaro che negli ultimi 30 anni hanno caratterizzato la vita della società che ha già speso 300 milioni di euro in progetti, pareri, gare e ipotesi. La Stretto Spa, di ANAS 81,8 %, RFI: 13%, Regione Siciliana: 2,58% e Regione Calabria: 2,576% doveva essere liquidata in un anno e invece ha continuato a bruciare fino ad oggi 1500 euro al giorno senza produrre alcunchè – come documentato in una recente inchiesta de L’Espresso – impantanata in un contenzioso con l’ex Impregilo, oggi Eurolink, che aveva vinto il bando per compiere l’impresa. Monti nominò commissario liquidatore il prof. Vincenzo Fortunato, entrato in carica il 14 maggio 2013 e il cui mandato non è mai cessato, almeno fino a ieri sera.
Visto il perdurare della liquidazione senza conclusione da oltre otto anni, il disegno di legge di bilancio per l’anno 2021 ne disponeva la liquidazione ex lege con effetto immediato; la disposizione è stata stralciata dalla Presidenza della Camera dei Deputati, giacendo presso le Commissioni parlamentari. Fino all’ultima manovra di bilancio del Governo Meloni, che l’ha riattivata in data 21 novembre 2022.
Sul fronte del denaro “dovuto” ad Eurolink pende invece un processo d’appello in ordine agli indennizzi miliardari dovuti al consorzio per la risoluzione del contratto per la costruzione del ponte sullo stretto di Messina. In primo grado il tribunale civile di Roma con sentenza n.22386 del 2018 ha dichiarato che al consorzio Eurolink non è dovuto il becco di un quattrino.