Presidente Migrantes, “sbarchi selettivi incostituzionali”: 24 organizzazioni lanciano appello “fateli sbarcare tutti”

“La situazione è drammatica, anticostituzionale che non rispetta anche le famiglie che sono su queste navi, che non rispetta il diritto fondamentale al soccorso della Convenzione di Ginevra quindi si spera che questa situazione si sblocchi e che l’Italia insieme all’Europa continui quel progetto di condivisione di solidarietà nei confronti dei migranti che sono richiedenti asilo e che sono rifugiati, l’identificazione non può essere fatta a bordo ma deve essere fatta a terra e anche con tutte le tutele di ogni persona”. Così il presidente della Fondazione Cei Migrantes, mons. Giampaolo Perego.

“Help… help” urlano i migranti a bordo della Geo Barents. Sulla nave della Ong, attraccata nella banchina del molo dieci del porto di Catania, i naufraghi mostrano due cartelli, in uno c’è scritto “Help” e nell’altro “Disembark 4 all”.

24 organizzazioni lanciano un appello urgente a Italia, Malta, gli Stati Europei e la Commissione Europea per permettere a 573 naufraghi di sbarcare in un Porto Sicuro.
573 persone sono attualmente bloccate sule navi di SOS Mediterranee,
Medici Senza Frontiere, Lifeline, SOS-Humanity nel #Mediterraneo.
Devono sbarcare subito.
Ecco il testo della lettera aperta: 

Alcuni dei sopravvissuti sono stati imbarcati più di 17 giorni fa e hanno bisogno di raggiungere la terraferma per poter accedere a sicurezza, cure mediche e protezione.

Geo Barents, Humanity 1 e Ocean Viking hanno condotto le loro prime operazioni di salvataggio rispettivamente 12, 16 e 17 giorni fa e hanno tenuto i centri di coordinamento dei soccorsi responsabili debitamente informati su tutte le fasi di soccorrimento in ogni momento; tra cui la segnalazione di pericolo, la valutazione del pericolo, il salvataggio stesso e tutte le fasi di richiesta di un luogo sicuro per i sopravvissuti.

Secondo le convenzioni marittime, un salvataggio è considerato concluso solo una volta sbarcati tutti i sopravvissuti in un luogo sicuro. È compito degli Stati responsabili della regione in cui viene prestata assistenza il coordinamento delle operazioni di salvataggio in mare, e sono altresì necessarie la cooperazione tra gli Stati costieri e l’attribuzione di un luogo sicuro dove sbarcare le persone soccorse. La maggior parte degli Stati membri dell’UE ha firmato queste convenzioni, compresi gli Stati costieri responsabili l’Italia e Malta.

Il silenzio di Malta e la mossa politica generale dell’Italia di ritardare lo sbarco dei sopravvissuti sta prolungando la sofferenza delle persone in cerca di sicurezza. L’attesa prolungata della designazione di un luogo sicuro è aumentata in modo preoccupante negli ultimi mesi. Inoltre, in conformità con il recente decreto del governo italiano relativo ad alcune navi, le autorità italiane hanno permesso lo sbarco solo ad alcuni dei sopravvissuti, andando dunque contro le suddette convenzioni marittime oltre ad essere semplicemente inaccettabile dal punto di vista etico, morale e della sicurezza.

Le persone a bordo delle nostre navi hanno vissuto eventi traumatizzanti durante il loro viaggio. Salvate da una morte imminente, hanno urgentemente bisogno di servizi medici specializzati. I lunghi periodi di attesa in mare hanno un impatto negativo sul benessere psicofisico delle persone precedentemente salvate da situazioni di pericolo in mare e sono inaccettabili dal punto di vista umanitario e legale.

Noi firmatari – in qualità di organizzazioni per i diritti umani e dei rifugiati, organizzazioni marittime e umanitarie, associazioni di beneficenza, organizzazioni di ricerca e soccorso e movimenti della società civile – siamo scioccati dalla mancanza di rispetto per la dignità e la sicurezza dei 573 sopravvissuti a bordo delle quattro navi da parte dell’Italia, di Malta e dei loro partner europei, che ancora una volta mettono a rischio la salute fisica e psicologica delle persone soccorse in mare.

Esortiamo pertanto l’Italia, Malta e gli altri Stati europei a:

  • Assegnare immediatamente un luogo sicuro e consentire l’immediato sbarco di tutti i sopravvissuti attualmente a bordo delle navi di soccorso Geo Barents, Humanity 1 e Ocean Viking in un luogo sicuro che richieda una deviazione minima dal viaggio delle navi e riduca al minimo il tempo di permanenza a bordo dei sopravvissuti, come richiesto dal diritto internazionale e marittimo.

Esortiamo la Commissione europea a prendere tutte le misure appropriate per:

  • Facilitare le discussioni tra gli Stati europei con l’obiettivo di far assegnare immediatamente un luogo sicuro.

Inoltre, per evitare che una tale situazione di emergenza si ripeta, chiediamo – ancora una volta – ai governi degli stati membri dell’UE e degli stati associati di lavorare congiuntamente, insieme alla Commissione europea per:

  • invitare gli Stati costieri dell’UE a rispettare gli obblighi previsti dal diritto internazionale e ad assicurare un coordinamento efficiente e tempestivo delle operazioni di ricerca e salvataggio nel Mediterraneo centrale, fino allo sbarco dei sopravvissuti;
  • stabilire un meccanismo prevedibile di sbarco dei sopravvissuti che garantisca uno sbarco tempestivo in un luogo sicuro, dove la sicurezza della vita dei sopravvissuti non sia più minacciata e i loro bisogni umani fondamentali possano essere soddisfatti;
  • istituire e attuare un programma europeo di ricerca e salvataggio nel Mediterraneo centrale che sia guidato dagli Stati.

 

Firmatari:

Action Contre la Faim

ActionAid International

ActionAid Italia

AOI Cooperazione E solidarieta Internazionale

CARE France

CCFD – Terre solidaire

CEFA on us

COSPE NGO

Danish Refugee Council Italy

Emmaus Europe

Emmaus France

Emmaus international

ENRE – Réseau Européen Eglises et Libertés

Institut Français de la Mer

French Maritime Cluster

Hivos

Human Rights Watch

Médecins Du Monde

MIAMSI

Norwegian Refugee Council

Oxfam France

Plan International France

Première Urgence Internationale

Solidarités International

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