Sdoganare il postfascimo: a Messina, città ricostruita dal Duce e che nel corso degli anni non ha mai smesso di covare “la fiamma” sotto la cenere, c’è chi ha preso la palla al balzo in un momento storico che vede la destra al Governo del Paese.
E mentre da Giorgia Meloni a Ignazio Benito Maria La Russa si cerca di minimizzare sulla “nostalgia”, evitando di mostrare il volto più genuino della destra sovranista, sapientemente nascondendosi nelle pieghe del populismo, ecco che i più realisti del re, gli ultimi della fila, rivendicano certo orgoglio, ormai sentendosi legittimati e garantiti dal silenzio politico di molti.
A Messina così l’architetto Nino Principato, che più volte è stato al centro di polemiche, usa nuovamente la scusa dell’arte o della storia (quella che piace a lui) per una manifestazione di cattivissimo gusto. Una sorta di celebrazione della marcia su Roma, occasione per organizzare addirittura una “marcia su Messina”. La goliardia sta a zero.
Del resto che a Messina ci siano testimonianze della architettura e dell’arte fascista non è sufficiente a celebrarne i fasti nel “ventennio”: uno schiaffo alla memoria di molti, da Francesco Lo Sardo ai giovani soldati che hanno perso la vità seguendo le manie imperialiste del duce.
Sul caso emblematico, è intervenuto sui social Daniele Ialacqua, che ha scritto:
“Sul momento ho pensato ad uno scherzo, seppure di cattivo gusto, ma poi andando a cercare sulla pagina facebook degli organizzatori ho trovato questa “bella” locandina che conferma la triste e vergognosa realtà.
A Messina c’è insomma chi ha pensato bene di “ricordare” il centenario della Marcia su Roma, ovvero la data simbolo dell’ascesa al potere di Mussolini e della ventennale e violenta dittatura fascista, con un “simpatico” tour, chiamato sarcasticamente “Marcia su Messina”, per ammirare l’arte e l’architettura fascista a Messina, da concludersi con una “bella” schiticchiata (per i non messinesi una “bella mangiata”) a base di focaccia e arancini.
Una dittatura che ha seminato morte e distruzione, che ha perseguitato gli oppositori politici, mandato nei campi di concentramento gli ebrei, portato l’Italia in guerra con le conseguenze disastrose che sappiamo, di fronte a tutto questo c’è chi si permette di ricordare le meravigliose opere architettoniche della dittatura fascista.
È come se in Germania ricordassero il giorno dell’incendio del Reichstag o la notte dei lunghi coltelli, date simbolo della feroce dittatura di Hitler in Germania, organizzando un tour per ammirare l’architettura nazista.
Se proprio volete fare un tour o meglio un pellegrinaggio per ricordare il fascismo seguite le indicazioni di CALAMANDREI che parlando nel 1955 ai giovani a Milano, dopo avere ricordato quanto sangue fu versato per la nascita della nostra Repubblica fondata sulla Costituzione, i tanti “caduti combattendo, fucilati, impiccati, torturati, morti di fame nei campi di concentramento, morti in Russia, morti in Africa, morti per le strade di Milano, per le strade di Firenze” aggiungeva “Se voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra Costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove fuorno impiccati. Dovunque è morto un italiano per riscattare la libertà e la dignità, andate lì o giovani, col pensiero, perché li è nata la nostra Costituzione”.
Non so se ai partecipanti al “macabro” tour è richiesto l’abito scuro, meglio nero, o se sarà invitata magari la Meloni o il ministro del Minculpop…ehm…della cultura , so però che bisognava e bisogna risparmiare una vergogna del genere alla città di Messina, città martire del secondo conflitto, ed all’Italia, che ha vissuto 20 anni di dittatura fascista.
Non mi rimane che sperare che gli organizzatori si rendano conto della vergognosa gaffe e ritornino sui propri passi e che in città si esprima un’unanime ed aspra critica per questa assurda iniziativa”. (pal.ma.)
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