In una nota Raffaella Spadaro (responsabile ambiente PCI), Renato De Luca (segretario cittadino PCI Messina), Antonio Bertuccelli (comitato regionale PCI) e Marco Gambuzza (segretario regionale PCI) intervengono sulle condizioni in cui versa il Torrente Pace.
“Alla luce di quanto riscontrato nelle aree limitrofe al torrente e nel torrente stesso, utilizzate di gestori del servizio rifiuti della città metropolitana di Messina e per scelta delle recenti amministrazioni, estesa ai comuni della città metropolitana, di invitano gli organi preposti alla tutela dell’ambiente a verificare lo stato dei luoghi.
“Alla luce di quanto riscontrato nelle aree limitrofe al torrente e nel torrente stesso, utilizzate di gestori del servizio rifiuti della città metropolitana di Messina e per scelta delle recenti amministrazioni, estesa ai comuni della città metropolitana, di invitano gli organi preposti alla tutela dell’ambiente a verificare lo stato dei luoghi.
Come ben riscontrabile nelle foto in allegato al presente comunicato, le aree risultano fortemente compromesse dalla scarsa attenzione all’ambiente che, si ricorda, appartiene alle aree di tutela più importanti della nostra isola: Direttiva Habitat.
A prima vista l’area della piattaforma di trasferenza risulta essere sprovvista di rete e la superficie del suolo è coperta di terra e fango. Non solo i rifiuti vengono sparsi lungo la strada e nel greto del torrente, dilavando verso il mare che in questo periodo è particolarmente fruito dai bagnanti, riscontrando la nostra più urgente preoccupazione, ma tutta l’area risulta pervasa di odori esageratamente molesti.
Si invita a provvedere ad evitare il deposito anche temporaneo dei rifiuti, considerate le attuali precipitazioni temporalesche.
Ove tale nota non dovesse ritrovare riscontro presso i gestori del servizio, il sindaco della città metropolitana e gli organi preposti ai controlli ed alle verifiche riguardo le prescrizioni alle quali con evidente chiarezza non di è mai ottemperato, nonostante i ripetuti solleciti di questo anni, sarà nostra cura inoltrare ad altri enti, ministeri ed organi di vigilanza.
Risultano presenti aree compromesse da incendi, in prossimità di impianti di trattamento terra e bitume. Il rischio che le rapide e ripetute precipitazioni consistenti di questi giorni non siano da ritenersi fenomeni isolati ma solo in aumento, non può che trovare, come accaduto a Messina ed a Stromboli, facile complice nel costituirsi di pericoli per gli abitanti di questi territori, i terreni anche compromessi nella loro consistenza dai recenti incendi, la cui concausa è da riscontrarsi maggiormente nell’incuria e nel dolo, in uno dei due casi, quello di Stromboli, ahinoi a favore di spettacolo, essendosi verificato tale incendio durante le riprese di una fiction, aggravare il fenomeno del dissesto idrogeologico riscontrato in questi giorni, terra e sassi corrono velocemente lungo le strade causando rischi per la viabilità e la popolazione, tali elementi misti all’acqua delle precipitazioni divengono fango e non siamo di certo noi a dovere ricordare i disastri e le vittime che in passato il nostro territorio ha pianto ed ancora oggi non dimentica.
La situazione è aggravata e costituisce pericolo anche in ambito sanitario, vista la presenza dei suddetti impianti, in particolare la piattaforma di trasferenza. Di richiama l’attenzione nelle more riguardo le recenti determinazioni della Regione Siciliana e le meno attuali dichiarazioni dell’ex ministero dell’ambiente: gli impianti di trattamento rifiuti vanno rimossi. Si invitano le amministrazioni locali e regionali a provvedere al ripristino dei luoghi, della macchia mediterranea e della BELLEZZA del territorio interessato, come da recente accordo intercorso tra Regione e Città di Messina, nei correttivi inviati nel merito della procedura Eupilot in corso che tanto trambusto aveva creato in ambito di un fantomatico blocco dell’edilizia in tutto il territorio interessato dalla ZPS, Zona a Protezione Speciale.
Ci chiediamo e vi chiediamo di quale protezione si vada farneticando se la situazione è quella nelle foto in allegato. Sembra un’area post disastro nucleare”.