Sono dieci i parlamentari siciliani eletti nelle file del Movimento cinque stelle e che ora hanno aderito a Impegno civico, la nuova formazione politica lanciata da Luigi Di Maio e Bruno Tabacci.
Si tratta di Roberta Alaimo, Vittoria Casa, Antonella Campagna, Francesco D’Uva, Andrea Giarrizzo, Cinzia Leone, Caterina Licatini, Antonio Lombardo, Gianluca Rizzo, Loredana Russo e Fabrizio Trentacoste, che ora firmano un appello: “Con l’ambizione di rappresentare l’Italia dell’attivismo civico, oggi nasce un partito riformatore che parla ai giovani, al sociale, che guarda alla transizione ecologica e digitale – affermano -.
Impegno civico dovrà prendersi cura del Paese tutto, dalle fasce più deboli per arrivare al sistema produttivo. Facciamo appello alle cittadine e ai cittadini consapevoli affinché diano il loro contributo a questo nuovo progetto, che è aperto, costruttivo, di lungo respiro perché non finirà il 25 settembre. Mettiamo insieme le energie migliori della Sicilia per prenderci cura del nostro territorio e dell’Italia.
Gli italiani nei momenti più difficili hanno sempre saputo rimboccarsi le maniche – proseguono – e dare il massimo per affrontare i problemi, spesso trasformandoli in opportunità: è accaduto, ad esempio, a seguito del terribile terremoto in Irpinia nel 1980, prima ancora con l’alluvione di Firenze del 1966 e poi dopo le stragi di Capaci e via d’Amelio. È di questa capacità di mobilitazione, è di questa energia che oggi il Paese ha bisogno, davanti alle sfide che ci attendono.
È necessario proseguire con l’impegno e la determinazione con cui ha lavorato il governo Draghi, ora costretto agli affari correnti dagli opportunismi di alcuni partiti che hanno scommesso contro l’Italia – proseguono i parlamentari siciliani -. L’attenzione massima sarà verso gli amministratori locali, veri eroi di questa nazione: spesso senza fondi e strumenti trovano comunque la soluzione più utile ai cittadini.
Li invitiamo al confronto per scegliere assieme le prime dieci leggi che non permettono loro di lavorare e spendere i finanziamenti del Piano nazionale di ripresa e resilienza, a partire dall’abuso d’ufficio che blocca la macchina amministrativa per il timore che incute firmare gli atti. Dobbiamo ridare un futuro a questo Paese, il secondo più vecchio al mondo in continuo calo demografico”, aggiungono.