di Michele Bruno – Giorgia Meloni è arrivata oggi a Messina a sostegno di Maurizio Croce, candidato sindaco del centrodestra. Si è fermata a parlare con i giornalisti e poi è salita sul palco allestito a Piazza Cairoli.
Prima di lei, ad annunciarla la capogruppo di Fratelli d’Italia all’Ars Elvira Amata, la deputata nazionale Ella Bucalo, il Presidente di Gioventù Nazionale Fabio Ruscani e il Presidente della Regione Sicilia Nello Musumeci.
Amata ha detto che con Meloni si vuole “riportare a Messina una guida forte e coerente, come è l’esempio di coerenza dato dalla leader di FdI, riportare Messina in Serie A ed amministrare con un gruppo dirigente che è cresciuto nel tempo, con l’esempio dell’amministrazione regionale di Nello Musumeci. Oggi siamo nei sondaggi a più del 20%, e puntiamo a governare Messina e l’Italia”.
Bucalo ha affernato che tanto Meloni quanto Croce “rappresentano la competenza, la coerenza, e il rispetto delle regole in politica e nell’amministrazione. Oltre a vincere a Messina, bisogna dire no, ha affermato, ad un Governo scellerato e alla politica delle poltrone. A Messina FdI e Croce ascoltano i cittadini, e vogliono dire no al declino della Città e tornare a farla splendere. Messina non ha bisogno di politici che urlano, intimoriscono e sanno solo parlare ma che fanno”.
Molto applaudito l’intervento di Ruscani, che ha emozionato i cittadini e candidati presenti. Ruscani ha spiegato “siamo arrivati qui nonostante voli cancellati e altri imprevisti, ma volevamo esserci. A Messina e a Roma contrasteremo una sinistra che si riempie la bocca di giovani, che poi li insulta quando vanno altrove per lavorare, ma poi non fanno nulla per farli restare. Che dicono ai giovani che non avranno una casa, che farsi una famiglia non serve perché è patriarcato, non hanno bisogno di una patria perché è superata, che non avrete lavoro perché tanto c’è il reddito di cittadinanza. Invece noi lotteremo perché i giovani vogliono una casa di proprietà, una famiglia, una patria, un lavoro e non vogliono dipendere da nessuno. L’informazione mainstream parla solo di centri sociali che distruggono le città e non dei giovani veri. Vi dico una cosa, a Messina Croce sarà Sindaco, lo sento”.
Maurizio Croce ha raccontato che Meloni ha un legame con Messina, “il nonno era di queste parti”. E che la sua è stata una scelta d’amore, “ho perso la mamma poco prima della campagna elettorale e ho deciso che mi sarei impegnato per ridare dignità alla Città di mia madre, dove sono nato, cresciuto e ho studiato”. Ha poi continuato “10 anni di antisistema hanno portato Messina al degrado – ndr riferimento ad Accorinti e De Luca – faremo tornare i giovani a Messina, che ritornerà bella, attrattiva e viva, ci mettiamo la faccia! Ma una cosa voglio dire, senza FdI non avrei accettato di candidarmi a Sindaco, ci tenevo”.
Il Presidente della Regione ha detto che quella di oggi è una festa e ha scherzato su un Croce ringiovanito e reso esuberante dalla campagna elettorale.
Croce è stato suo Commissario al dissesto idrogeologico, “conosce Messina e le sue fragilità e potenzialità”.
“Ci vuole un Sindaco normale, che parli meno e lavori di più, Messina è stata oltraggiata e deve essere amata , in questa città c’è una carestia di amore”.
Ha poi aggiunto che bisogna “convincere i messinesi che non partecipano alla campagna elettorale e sono indecisi, raccontando magari anche quello che è stato fatto alla Regione”.
Ed elenca i risultati raggiunti: “la Sicilia è la prima regione nel turismo, il biologico e gli appalti, abbiamo fatto partire numerosi progetti con energia, eni, terna, facendone un hub energetico, abbiamo finanziato a Messina un sacco di progetti come la Zona Falcata (18 milioni), il recupero dell’Ex Sanderson affidata ad ESA, come futuro centro congressi e fiera 30 milioni per il torrente Bisconte, e poi per altri torrenti, altri per le fognature, 28 milioni per il Margherita che diventerà cittadella della cultura, che comprenderà la riunita biblioteca regionale universitaria, un museo archeologico e un museo del terremoto del 1908, ci siamo occupati delle frane e dell’erosione costiera in tutta la provincia, e abbiamo liberato la Sicilia dall’attenzione della magistratura, perché abbiamo detto no a ricatti e ammiccamenti, e l’abbiamo risanata dalle macerie del centrosinistra. Abbiamo speso più di 2 miliardi in fondi europei e per la prima volta non abbiamo restituito all’Ue un centesimo, tutto speso in progetti. Sono fatti, non parole, abbiamo fatto tutto questo nonostante non ci sia stato un dialogo con il Comune di Messina, ma era nostro dovere. Un errore forse, il fatto di lavorare nel silenzio, e non vantarci di nulla. Ma è nel nostro stile, non parlare ma fare”.
Giorgia Meloni, accolta da applausi e bandiere alzate, ha parlato del suo legame con Messina e del fatto che abbia bisogno di sindaci competenti, a differenza degli ultimi anni. Ha parlato del Ministero del Mare che si vuole proporre, pensando anche ai 54 km di costa di Messina.
“Si vuole lavorare su una legge per l’insularità e le isole minori. Bisogna puntare a dare infrastrutture a Messina e trasporti veloci perché altrimenti i turisti non vengono, per il Sud bisogna pensare alle infrastrutture di cittadinza. Il Sud è molto più popolato ed ha diritto a maggiori finanziamenti infrastrutturali. L’Italia deve tornare punto d’approdo dei commerci del mediterraneo”.
Sulla situazione politica italiana invece:
“Per non far fuggire i giovani bisogna formarli ed investire, difendere il marchio italiano apprezzato ovunque invece di svenderlo, dire no al reddito di cittadinanza perché non bisogna dare assistenza ma fare in modo che un giovane possa migliorare la propria condizione economica. E si scaglia contro l’uno vale uno, l’uguaglianza conta nelle uguali condizioni di partenza, ma poi il merito deve pagare. La sinistra 68ina ha ucciso il merito. Bisogna difendere la libertà di studiare e migliorarsi. Ci dicono che siamo razzisti se diciamo che profughi e immigrati sono una cosa diversa, che siamo omofobi se parliamo di famiglia e contro l’utero in affitto, che siamo novax se critichiamo le incongruenze della campagna vaccinale. Il giochino della sinistra e dipingerci come mostri perché non sanno rispondere. Noi facciamo i fatti. I mercati e le multinazionali hanno paura di noi per questo. Dobbiamo tornare a scegliere noi il PdC altrimenti per le poltrone continueranno a svendere il Paese. Ci dicono che siamo antieuropeisti se diciamo che l’Europa è indietro su tutto e non ha una visione unitaria su , materie prime, agricoltura, politica estera. Ci dicono che non abbiamo classe dirigente quando loro hanno Speranza e Di Maio, Toninelli”.