di Michele Bruno – Il Sindaco di Messina Cateno De Luca, due giorni fa, ha pubblicato un post (qui) sulla sua pagina Facebook in cui si espongono le “magnifiche sorti e progressive” (direbbe Giacomo Leopardi) dell’andamento dei lavori a Galati Marina e Santa Margherita, prendendosi i meriti di presunte migliorie che si sarebbero verificate. Ecco le dichiarazioni del Sindaco:
«Difesa delle coste a Galati Marina
La spiaggia cresce a vista d’occhio!
Sopralluogo stamattina dell’assessore Francesco Caminiti, di Salvo Puccio e Roberto Cicala per verificare l’andamento dei lavori per la difesa delle Coste nella zona di Messina Sud.
Risultati più che positivi a Galati Marina dove la crescita della spiaggia si misura a vista d’occhio.
Confermata la qualità progettuale e la scelta della strategia dell’amministrazione comunale che negli ultimi 3 anni ha seguito parallelamente le fasi progettuali ed autorizzative, nonché ogni necessaria opera di messa in sicurezza per evitare che i marosi facessero registrare danni alle abitazioni.
Come sempre è bene quel che finisce bene al netto di ogni sterile polemica».
Dichiarazioni che si sommano a quelle rilasciate per l’articolo a firma di Domenico Bertè su Gazzetta del Sud. Anche la ricostruzione molto ottimistica della testata giornalistica lascia qualche dubbio. Nell’articolo si parla di un avanzamento della linea di costa per «almeno 50 metri».
Ed il Sindaco De Luca afferma che sarebbe stata messa in campo «ogni necessaria opera di messa in sicurezza – in questi 3 anni – per evitare che i marosi facessero registrare danni alle abitazioni».
A queste dichiarazioni ha risposto il Comitato Salviamo Galati Marina (qui), che in questi anni si è impegnato per l’ottenimento degli agognati lavori per la messa in sicurezza della costa.
«Siamo rimasti sbalorditi nel leggere le dichiarazioni che sono circolate in queste ore sui social e riprese da alcune testate, che non hanno svolto nessuna azione di verifica sui luoghi.
A questo punto non possiamo che intervenire, per amore della verità, riportandovi come sempre fatto in questi anni, la realtà delle cose.
La narrazione che viene offerta purtroppo non corrisponde alla realtà dei fatti, perché se è vero che da un lato sembrerebbe che si stia verificando un’azione di ripascimento della costa, non si può non considerare che il fenomeno a cui assistiamo è visibilmente quello dello spostamento di alcune porzioni di spiaggia che viene spostata più a sud o più a nord, non c’è alcun “prolungamento della linea di costa di oltre 50 metri» come propagandato.
Vi alleghiamo delle eloquenti immagini per farvi capire meglio ciò di cui parliamo. Considerate che sono passati solamente 15 mesi, la foce del Torrente Galati è stata pressoché cancellata!
Inoltre si sostiene che, grazie all’operato del Comune, non ci sono stati danni alle abitazioni.
Ci avrebbe senz’altro fatto piacere poter confermare questa dichiarazione, ma che purtroppo, amaramente, ancora una volta viene smentita dai fatti, poiché anche durante questa amministrazione, non sono mancati gli episodi in cui, nonostante allerte diramate dalla Protezione Civile, abbiamo dovuto vedere proprietà private dilaniate dalla forza del mare, stabili allagati, abitazioni che hanno subito danni anche a causa dell’inadempienza e mancanza di tempestività da parte dell’apparato comunale.
Ed ecco che ancora una volta vediamo il nostro fragile paesino gettato nel tritacarne della propaganda, dove la ricerca del consenso prevale su di ogni altra cosa. Non possiamo permetterlo e continuiamo a chiedere a gran voce il completamento dell’opera integrale con i 9 pennelli previsti dal progetto originale e che si continui ad operare con la dovuta attenzione per le zone limitrofe, le quali continuano ad essere erose.
Apprezzando l’impegno di chi ha permesso l’avvio dei lavori e quanto fin ora concretamente fatto, auspichiamo l’integrazione con altre azioni, che vadano ben oltre le sole ordinanze di sgombero, mirate a contrastare la moria sociale ed economica che ormai da anni attanaglia sempre di più Galati Marina, volendo ancora riservare un barlume di speranza rivolto verso le istituzioni, per poter restituire un futuro prospero al nostro paese».
Per quanto riguarda i danni alle abitazioni, tante volte, riprendendo le denunce del Comitato di cittadini, abbiamo portato alla luce le paure degli abitanti di Galati, che spesso hanno dovuto perdere gran parte delle proprie proprietà, oltre a rischiare frequentemente la vita.
Emblematica è la vicenda di una delle tante abitazioni che ha perso il suo giardino e non solo, oggi ormai divorato dal mare, e diventato spiaggia, distrutto già, come si vede nell’immagine, a partire dal 2019.
E qui dai danni ad un’altra abitazione:
Il Comitato inoltre chiarisce alle nostre domande: «in questo momento non si può parlare di vero ripascimento, perché c’è soltanto in atto uno spostamento di sabbia e contestuale erosione profonda alla foce del torrente Galati. Il ripascimento dovrebbe avvenire naturalmente una volta realizzati tutti i pennelli, ma è una certezza che inizia a scricchiolare, dato che, costruiti 5 pennelli su 8, e posta una scogliera di massi frangiflutti a protezione temporanea, non vi è traccia dei 50 metri di spiaggia in più che i tecnici e amministratori del Comune hanno certificato».
Qui una breve galleria di foto inviate dagli attivisti del Comitato che dimostrano come il presunto ripascimento non esisterebbe di fatto:
Il Primo cittadino, nella dichiarazione a conclusione dell’articolo di Domenico Bertè, ha inoltre dichiarato che sarebbe «confermata la qualità progettuale e la scelta della strategia dell’Amministrazione comunale che negli ultimi 3 anni ha seguito parallelamente le fasi progettuali ed autorizzative». Ma la “solerzia” dell’Amministrazione viene quantomeno messa in dubbio dai numerosi articoli in cui riprendevamo le denunce del Comitato sui ritardi dell’iter che ha portato ai lavori. L’impressione, ad uno sguardo approfondito, è che senza l’impegno e la costanza del Comitato nel pungolare Amministrazione comunale e Governo regionale oggi non ci sarebbero questi lavori. E che i lavori potessero iniziare prima, se solo ci fosse stato un maggiore impegno da parte delle istituzioni.
Ai lettori le conclusioni.
Il dubbio infine resta sulle modifiche che, a detta della stessa Giunta, sarebbero state approvate al progetto iniziale, che prevedeva la posa di 9 pennelli. Secondo quanto riporta Gazzetta, l’Amministrazione dice che ne saranno posti soltanto 8. Questa modifica rischia di rendere più debole la protezione definitiva, rispetto quanto previsto?