“Apprendiamo con favore la notizia di un nuovo tavolo di confronto sul futuro della Raffineria di Milazzo, che si terrà a breve, come ci comunica il sindaco della città mamertina, Pippo Midili, al quale siamo stati invitati, insieme alle altre sigle sindacali; i primi cittadini dei comuni dell’area; i vertici RAM e che apre alla partecipazione dei parlamentari nazionali eletti nel territorio”. Lo afferma, in una nota, il Direttivo provinciale dell’Ugl Chimici di Messina, spiegando “la necessità di affiancare alla propulsiva innovazione ecologica anche ottimizzazioni dei processi tradizionali, al fine di una più rapida ed efficace transizione energetica”.
“Ci troviamo davanti a un processo complesso e che durerà anni, fatto di sfide importanti e grandi obiettivi da raggiungere. Tra questi – osserva il sindacato – non dobbiamo dimenticare la riconversione professionale dei lavoratori, compresi quelli delle aziende dell’indotto, per salvaguardare un tessuto economico sul quale la Raffineria ha una ricaduta occupazionale enorme. Dopo aver colto per decenni le opportunità, adesso bisogna agire secondo logiche di sistema”, continua la nota, che aggiunge: “Con riferimento alla supposta minore restrittività dell’AIA 2018, rispetto alla precedente datata 2011, e alle criticità conseguenti alla terza riapertura, sottolineiamo, come da sempre, la nostra sigla sia impegnata nelle delicate vicende che hanno coinvolto la Raffineria milazzese; con tale spirito continueremo a fare la nostra parte, con la flessibilità e la resilienza che è propria dell’Ugl”.
“Quanto agli interessi coinvolti – osserva il documento – è necessario, oggi più che mai, il contemperamento dei diritti costituzionalmente rilevanti coinvolti nella vicenda, su tutti: diritto al lavoro; diritto alla salute e diritto d’impresa”.
“Nessuno pensi che il futuro del comprensorio possa essere legato ad un solo vettore energetico, sostenerlo è temerario, genera divergenza tra realtà e aspettativa e il nostro territorio non può permettersi scelte temerarie. Sosteniamo sia sbagliato credere di aver già raggiunto il 2050, siamo ancora nel 2022, il processo di ‘low carbon’ è in corso, ma rimane un obbiettivo ‘super sfidante’, che non può prescindere dalla creazione di un circolo virtuoso, al quale tutti siamo tenuti a contribuire in un clima di lucidità e senza contrapposizioni”.