di Michele Bruno – Sembra di essere in un film di fantascienza normativa, di quelli che abbiamo già visto e nessuno avrebbe voluto rivedere. Torna la selva delle ordinanze e norme contrastanti cui la prima ondata di Covid-19 ci aveva abituati, ma di cui pensavamo di esserci disintossicati.
Nell’istituire le ultime zone arancioni e rosse nel territorio regionale, Musumeci non inserisce Messina. Si, sono previste sospensioni parziali o totali della didattica in presenza, “previo parere tecnico-sanitario obbligatorio e conforme dell’Asp competente”. Ma ciò vale soltanto nei territori che sono in zona rossa o arancione per provvedimento del Presidente stesso.
Messina, come si sa, non è ancora in zona arancione. E’ questa la speranza del Sindaco, che, con una evidente forzatura delle norme, vuole spingere Musumeci a inserire Messina tra i Comuni che già lo sono. Insomma l’ordinanza di De Luca è già nulla in partenza, ma il Primo Cittadino si augura che questo vizio di nullità sia sanato a posteriori, con il provvedimento di messa in zona arancione da parte del Governatore, a seguito del quale non avrebbe più senso che l’ordinanza sindacale venga impugnata. Anche perché avrebbe incassato i pareri favorevoli del Prefetto e dell’Asp, stante la situazione connessa agli ultimi dati su contagi e situazione ospedaliera a Messina.
Tra l’altro anche i tempi stabiliti dalla norma regionale non combaciano con le due settimane previste da De Luca. Sono 10 i giorni massimi di sospensione dell’attività previste dall’ordinanza di Musumeci.
Quindi le scuole aprono? Nessuno può saperlo. In punta di diritto dovrebbero riaprire.
Ma si sa, la politica spesso ci abitua a giochi di prestigio.
Ordinanza di De Luca che comunque è in contrasto anche con la volontà del Governo Draghi espressa nell’ultimo decreto. Il Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi oggi ha ribadito il ritorno in aula il 10 Gennaio, e non è escluso che venga impugnata l’ordinanza del Presidente della Campania, Vincenzo De Luca, proprio perché posticipa il ritorno nelle aule.
Al di là del merito della questione, che spetta risolvere alla politica (se sia giusto in questo momento far tornare o no gli studenti a scuola), non si può non notare la difficoltà per il cittadino comune a districarsi in una tale Babele di norme.
Intanto Musumeci ha deciso di posticipare il ritorno a scuola a giorno 13 Gennaio (si veda qui).