«Lo avevamo detto già tre anni fa, e lo abbiamo ribadito a più riprese nel corso del nostro mandato, ma in pochi hanno preso sul serio il nostro grido di allarme, basato un’analisi attenta e certosina dei documenti. Adesso, dopo le prime risposte fornite dall’Amministrazione alle richieste della Corte dei Conti, ritenute insufficienti, le ulteriori criticità sollevate dai magistrati contabili di Palermo confermano e rafforzano i nostri dubbi. Purtroppo avevamo ragione». Così, in una nota, i consiglieri comunali del M5s in merito alle criticità evidenziate dalla Corte dei Conti sulla manovra di risanamento finanziario del Comune.
«Al netto della perenne campagna elettorale del sindaco Cateno De Luca, la verità è ben diversa da quella mistificata sui social. E lo dimostrano, ancora una volta, le numerose criticità a cui fa riferimento il provvedimento dell’organo costituzionale, che chiede chiarimenti su dieci punti. I temi, del resto, sono quelli su cui ci siamo soffermati durante tutto il nostro mandato: riscossioni, debiti fuori bilancio, risanamento dei conti e partecipate. Quesiti sui quali l’Amministrazione è chiamata adesso a fare la massima chiarezza, fugando le perplessità sollevate dall’Ente, che sono anche le nostre».
«Da tempo, ormai, sosteniamo che il piano di riequilibrio adottato dalla Giunta non sia sostenibile. Lo abbiamo sostenuto più volte, sin dall’inizio, ma hanno avuto la meglio gli autoproclami e le ricostruzioni da azzeccagarbugli. Così come da mesi sottolineiamo l’urgenza di adottare delle misure preventive per sostenere il contrasto all’evasione tributaria, che ha raggiunto a Messina una situazione non più tollerabile, aggravata dalla scarsa capacità di riscossione dei tributi comunali da parte dell’Amministrazione targata Cateno De Luca, certificata dal Collegio dei Revisori dei Conti. I dati sono inequivocabili: se poco più di un anno fa lo stesso Organo di Revisione aveva quantificato i residui attivi della Tarsu-Tares –Tari in una cifra superiore ai 132 milioni di euro, adesso le cifre sono ulteriormente peggiorate: da quanto riporta la relazione dell’organo di revisione sulla proposta di delibera relativa al rendiconto di gestione anno 2020, non ancora esitata, i residui attivi superano i 158 milioni, con un notevole incremento. La verità è questa, ben distante da quella distorta raccontata su Facebook».