Quasi trecento le lavoratrici e i lavoratori ex Gicap che ieri mattina sono scesi in piazza davanti al Palazzo del Governo di Messina per rivendicare il pagamento dello stipendio e delle spettanze alla Like Sicilia. Nell’udienza del 17 novembre scorso, l’azienda ha, infatti, dichiarato di avere notevoli problemi con riferimento al trattamento retributivo dei lavoratori, stante la chiusura dei punti vendita ancora non riconsegnati.
«Dodici giorni di ritardo che, però, rischiano di diventare molti di più, una vera e propria emergenza sociale – dichiara Giselda Campolo, la segretaria generale della Filcams CGIL di Messina – Oggi si tratta di pagare lo stipendio di ottobre, quando ancora i supermercati erano aperti e fatturavano e se Like, che non ha ricevuto la conferma dell’affidamento della rete, è in difficolta stante la chiusura dei punti vendita, cosa ci può far pensare che nei prossimi mesi la condizione migliori? Serve un atto di responsabilità aziendale. Serve un forte impegno delle autorità competenti che obblighino le parti a rispettare la normativa soprattutto su un tema così delicato come il saldo di stipendi, tredicesime, quattordicesime, ferie e permessi. Sono pezzi di retribuzione che le lavoratrici e i lavoratori hanno sudato e che il mancato affare di una azienda non può sottrarre alle loro famiglie».
Oggi, intanto, il presidio si è concluso con il buon esito di un incontro tra sindacati e Prefettura.
«Abbiamo ricevuto solidarietà e supporto dal viceprefetto Musolino – continua Campolo – E ora abbiamo necessità di chiedere agli organi della procedura concordataria di garantire la continuità retributiva per queste famiglie. Non si possono scaricare i rischi e i costi di fare impresa sulla forza lavoro. Il guadagno lo producono proprio le lavoratrici e i lavoratori e non ce ne si può sbarazzare quando non interessa più fare utile su quell’investimento. La Like Sicilia ha la responsabilità di accompagnarli nel passaggio tutelandoli e retribuendoli sino all’ultimo giorno prima della cessione. E se si vorrà sottrarre a quest’obbligo lotteremo coinvolgendo tutte le autorità competenti».