Il tour del Sindaco per i villaggi della nostra città, nella giornata di sabato, ha avuto come tappa Galati Marina, i cui abitanti vivono una particolare condizione di paura e di incertezza relativa alla propria incolumità ed al futuro della piccola frazione. Quello che è stato definito dal primo cittadino come “Un bel confronto sui tempi di realizzazione dei lavori di messa in sicurezza delle coste” non ha affatto rassicurato e soddisfatto i cittadini, anzi tutt’altro!
Nella nostra frazione continuano ad arrivare annunci dell’avvio imminente dei lavori di messa in sicurezza, che ancora una volta è stata usata come palcoscenico per dirette, mentre la gente alla prossima e ormai vicinissima mareggiata, ritiene che rischierà sul serio di perdere la casa.
Dal confronto con alcuni abitanti, tra cui Lilia Munafò, membro del Consiglio Direttivo del Comitato Salviamo Galati Marina, relativamente al ritardo di circa cinque mesi nell’avvio del cantiere non è emersa alcuna risposta concreta e degna di un’Amministrazione che lavori con criterio ed adeguata programmazione delle azioni. Ne è nata una pantomima tra scarico di responsabilità ed ammissioni di colpa utile solo per la salvaguardia dell’immagine degli amministratori e non certamente per la tutela degli abitanti, che in passato hanno chiesto l’istituzione di un tavolo di confronto istituzionale.
Di fronte ai fatti, come si può accettare che dei rappresentanti delle istituzioni non abbiano minimamente idea di quale iter burocratico debba seguire un progetto? Come si può accettare che il Sindaco, quale massima autorità locale di protezione civile, non abbia operato per tutelare un paese durante le mareggiate?
Nel corso del “confronto” l’’Assessore Caminiti rassicura sul fatto che a breve verrà dato seguito al piano di monitoraggio ambientale approvato in data 28 Settembre 2021 e nello specifico, il 14 Ottobre verranno eseguiti i rilievi a terra il 18 a mare ed il 19 Ottobre vi sarà il reale inizio dei lavori in evidente grave ritardo rispetto all’emergenza vigente sul relativo territorio.
Il Comitato si chiede, visto che non è stato attuato un monitoraggio della barriera esistente, in alcuni punti già danneggiata, in caso di inefficacia della stessa, quali azioni verranno adottate durante le mareggiate? Quali soluzioni adeguate verranno fornite a chi ha subito le ordinanze di sgombero dalle proprie abitazioni danneggiate dai marosi?
La burocrazia malata ci ha resi vittime inermi in attesa della nostra messa in sicurezza che tarda ad arrivare, ma il tempo scorre e le mareggiate non mancheranno! Le azioni di monitoraggio di questi giorni, non sarebbero potute procedere anche nel corso dell’esecuzione dell’opera, se non prima? A più di dieci giorni dall’approvazione del suddetto procedimento, nulla è cambiato per la nostra tanto agognata messa in
sicurezza, che tra l’altro, ha atteso più di un anno dalla gara d’appalto, ed a quasi cinque mesi dalla tanto osannata posa del primo pennello mai avviata. Tra gli abitanti ormai qualcuno già afferma avvilito, di aver avuto il tempo sufficiente per metabolizzare che, con il sopraggiungere dei primi marosi, molto probabilmente perderà la propria abitazione. Ancora una volta esortiamo la politica a mettere da parte i proclami per fare spazio ai fatti, che non riguardano solo la messa in sicurezza ma anche ulteriori opere capaci di riportare il paese alle condizioni economiche e sociali pre-erosione.