ADDIO PONTE: E SENZA PENALE. ECCO PERCHE’…

 

La pantomima sul Ponte è finita. La decisione della Commissione Europea di confermare la cancellazione del collegamento stabile tra Messina e Reggio  dalle previsioni programmatiche e finanziarie della UE è un dato di fatto, alla luce della pubblicazione ufficiale della lista (qui il documento esclusivo dell’ANSA)che ha confermato il sostegno  europeo ai lavori di collegamento ferroviario tra Napoli e la Sicilia e tra Napoli e la Puglia, non citando nemmeno il ponte tanto auspicato dal Ministro Matteoli.

Nella lista dei progetti strategici che riguardano l’Italia, infatti,  figurano solo i collegamenti ferroviari Napoli-Bari, Napoli-Reggio e Messina-Palermo. La proposta di regolamento riguarda tutte le grandi reti infrastrutturali transeuropee. Oltre ai trasporti, gli altri due settori su cui l’Ue interverrà con sostegni finanziari sono quelli dell’energia e delle telecomunicazioni, in particolare per la diffusione delle banda larga. La Commissione propone di fissare uno stanziamento complessivo per il periodo 2012-2020 di 50 miliardi di euro, di cui 31,7 destinati ai progetto nel campo dei trasporti.

Dunque: non ci sono  fondi europei per il Ponte, non ci sono fondi nazionali (come più volte dichiarato al Ministro Tremonti ), non ci sono al momento investitori  privati disposti a prendersi in carico i problemi economico finanziari del progetto, oggi stimato in circa 9 miliardi di euro e per cui si sono spesi già svariate centinaia di milioni, senza neppure avere un elaborato esecutivo.

Sarebbe quindi anche una forma di rispetto per il paese schiacciato dalla crisi economica quello di interrompere ogni procedura, fino a chiudere la società Stretto di Messina.

Riguardo poi la penale da pagare, giunge in soccorso una nota del professore Guido Signorino (Professore di Economia Applicata all’ Università di Messina) , che di fatto smentisce il ministro Matteoli, che in queste ore ha ribadito che il sostegno del governo  adducendo come motivo che “sarebbe assurdo tagliare i fondi per il ponte se poi c’è una penale praticamente uguale ai fondi che si risparmierebbero”.

Nella nota, il professore risponde alle dichiarazioni dello scorso 5 ottobre dei ministri Matteoli e Romano, che “è d’obbligo correggere”.

Lo fa riportando una dichiarazione dello stesso Presidente Ciucci che il 21 dicembre del 2005 ad una domanda del senatore Donati spiega che nel contratto  “non sono previste penali fino all’approvazione dei progetti definitivo ed esecutivo” da parte del CIPE. Prima, “Stretto di Messina S.p.A. potrà recedere dal contratto, riconoscendo al Contraente Generale soltanto i corrispettivi delle prestazioni effettuate e le spese”.

“Qualora 540 giorni (un anno e mezzo) dopo l’approvazione del progetto SdM non finanziasse l’opera, – scrive il professore – scatterebbe una mini-penale: il 10% di costi e spese di progettazione (meno di 30 milioni), mentre la penale vera e propria (il “massimale” di 400 milioni) scatterebbe solamente se SdM rescindesse unilateralmente il contratto a cantieri aperti. E nessun “cantiere del ponte” può venire aperto prima dell’approvazione dei progetti, né tale può essere ritenuto il cantiere di Cannitello.”

Conclude Signorino : “In pratica: 1) nessuna penale è attualmente dovuta; 2) nessun importo di ristoro potrà essere chiesto fino all’approvazione del progetto esecutivo; 3) anche dopo tale approvazione, fino all’apertura dei cantieri, la penale sarebbe minima (non più di 30 milioni); 4) non vi è nulla che obblighi all’approvazione del progetto, ove lo Stato dovesse ritenere non sostenibile il costo dell’infrastruttura; 5) ricorrono già le condizioni previste per il recesso unilaterale (l’importo dell’opera è cresciuto del 180% rispetto al valore di aggiudicazione e del 70% rispetto al suo aggiornamento del 2009 e il progetto ha subito modifiche sostanziali – almeno sul versante siciliano – oltre ad essere incompleto perché carente della stazione FS di Messina); 6) ammesso che le procedure venissero irresponsabilmente spinte fino a far maturare 400 milioni di penale, è falso che il risparmio dello Stato sarebbe “praticamente uguale” alla penale: il finanziamento pubblico del ponte è il 40% del totale: a circa 3,5 miliardi (finora), nove volte l’importo della penale”.

 

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