Binario unico in alcuni tratti, l’abbattimento dei muretti e dei cordoli, il bypass della rotonda alla stazione: questi sono alcuni dei dettagli illustrati stamane dal presidente dell’Atm Campagna e dall’assessore Mondello che hanno annunciato l’ammodernamento dei mezzi con la consegna delle prime nuove vetture entro il dicembre 2023.
“Non ci interessa ironizzare sul progetto originario che vedeva nel programma elettorale del sindaco De luca la realizzazione della monorotaia sopraelevata, poi tristemente abbandonato – dichiara Michele Barresi segretario Uiltrasporti Messina – ma se da un lato si dichiara di voler cambiare il volto di Messina, invertendo la rotta rispetto all’uso dell’auto privata e incentivando il trasporto pubblico e si annuncia addirittura la volontà di pedonalizzare da Villa Dante a Piazza Cairoli, dall’altro non si può immaginare di passare la linea tranviaria da doppio a semplice binario. Forse si è tornati indietro sul progetto del tram “volante” per non gettare al vento 25 milioni che erano da anni già stanziati nella “cura del ferro” dell’epoca del Ministro Delrio, programmati e finanziati tra il 2016 e il 2017, per restyling di vetture e nuova infrastruttura, ma perché impiegarli per “ridimensionare” il servizio tranviario e non rilanciarlo realmente?
La modifica del percorso del tram, che in alcuni punti come Provinciale e cortina del porto verrebbe ridotto a binario unico, va in direzione opposta a quel potenziamento del trasporto pubblico che si annuncia. Di fatto si fa fare un passo indietro al trasporto pubblico – continua Barresi – riducendo capacità di trasporto della linea ad un solo binario, forse per “favorire” il commercio ma col risultato di incentivare il trasporto su mezzo privato che vede Messina tra le città più caotiche d’Italia. Passare anche per brevi tratte da doppio binario a binario unico – conclude Barresi – com’è chiaro anche ai profani della materia, vuol dire far fare al tram un passo indietro in termini di velocità di percorrenza, ma soprattutto penalizzarlo nella gestione del servizio.
Oggi nelle grandi città si moltiplicano le linee di tram e metropolitane, se ne costruiscono di muove, mentre a Messina si toglie un binario dicendo di voler scommettere sul servizio pubblico. Se davvero l’intento è quello di cambiare il volto della città si dovrebbe avere il coraggio di spostare il percorso del tram da quelle zone che si vogliono restituire alla fruizione dei cittadini. Con progetti di questo tipo non si raggiunge l’obiettivo e si finisce solo per ridimensionare il servizio, lasciando comunque quelle cesoie che limitano l’affaccio a mare o strozzano la viabilità in alcuni punti della città”.