“Un plauso ai Carabinieri del Comando Provinciale di Messina e al Nucleo Carabinieri dell’Ispettorato del Lavoro che hanno denunciato 102 persone che percepivano indebitamente il Reddito di Cittadinanza.
Questo episodio non deve dare adito a quelle forze politiche che vogliono smantellare questa misura che, a tre anni dalla sua entrata in vigore, si è rivelata importantissima per aiutare tantissime persone in difficoltà, che sono acuite ulteriormente a causa della crisi economica scaturita dalla pandemia.
I furbetti del Reddito esistono è vero, come esistono però i furbetti che presentano le dichiarazioni dei redditi false o quelli che percepiscono indebitamente le pensioni di invalidità”.
Così si esprimeva ieri la senatrice Grazia D’Angelo, alla notizia dell’importante operazione con cui i Carabinieri avevano scovato 102 percettori del reddito di cittadinanza che non avevano diritto (qui).
“I detrattori del Reddito di Cittadinanza, che lo definiscono ‘metadone di Stato’ si dimenticano che questo è uno strumento fondamentale per contrastare la povertà e proteggere così fasce estremamente vulnerabili della nostra società.
I dati recentemente diffusi dall’INPS parlano chiaro: da gennaio a luglio 2021 hanno percepito il Reddito di cittadinanza quasi 1 milione e mezzo di nuclei familiari (coinvolgendo oltre 3 milioni e mezzo di persone), con un importo medio a nucleo pari a 579,01 euro. A questi bisogna aggiungere i nuclei percettori di Pensione di cittadinanza sono stati invece più di 155 mila (176.771 persone coinvolte), che hanno ottenuto un importo medio che ammonta a 267,29 euro.
Bisogna sicuramente riformare il Reddito di Cittadinanza, perché in questi mesi si sono evidenziati limiti che possono però essere agevolmente superati: bisogna innanzitutto intensificare i controlli per evitare abusi da parte di chi non è legittimato ad ottenerlo.
E’ poi necessario favorire l’incrocio fra la domanda e l’offerta di lavoro, dando un ruolo centrale ai Centro per l’Impiego e rendendo così efficienti le politiche attive nel nostro Paese”.
Così ha continuato e concluso D’Angelo, cercando di rispondere a quelle parti politiche che in questi giorni hanno proposto l’abolizione della misura.