“Nel silenzio quasi totale di organismi e rappresentanti istituzionali e di soggetti politici la Città Metropolitana di Messina è caratterizzata da una situazione gestionale che definire “anomala” sarebbe quanto mai riduttivo.
In quanto, per una serie di scelte politiche, alla stato attuale l’Ente è una sorta di dominio con una gestione quasi monocratica con la esclusione dello stesso territorio metropolitano.
Una situazione che trae origine dal Decreto Presidenziale della Regione Siciliana n.576 del 2 luglio 2018, e mai modificato, con il quale venivano affidate al Sindaco pro- tempore del Comune di Messina le funzioni del Sindaco Metropolitano ed anche quelle della Conferenza Metropolitana, che, a norma di legge, deve essere costituita da tutti i Sindaci dei Comuni i cui territori ricadono nell’Area Metropolitana”.
E’ quanto denuncia il gruppo civico Rispetto Messina, che continua:
“Una situazione che perdura da tre anni, e che, di fatto, ha escluso i Sindaci degli altri 107 Comuni della Provincia da qualsiasi forma di partecipazione gestionale e di controllo.
Inoltre, per motivi essenzialmente politici, il Consiglio Metropolitano, organo esecutivo dell’Ente, che doveva essere eletto con il meccanismo di secondo grado dai Sindaci e dai Consiglieri Comunali di tutti i 108 Comuni, non è mai stato eletto ed è stato sostituito da un Commissario straordinario di nomina governativa, che svolge da solo funzioni importanti e rilevanti.
Commissario straordinario la cui nomina, dopo vari rinnovi è valida fino al 15 settembre.
Nel frattempo però il Commissario straordinario attualmente in carica non è più dirigente regionale o comunque dirigente di Enti regionali, ma è stato nominato, dopo selezione pubblica, direttore generale dell’Amam s.p.a.; Azienda che ha come socio unico il Comune di Messina e che ha rapporti con l’ A.T.I. (ambito territoriale idrico) che è stato istituito presso la stessa Città Metropolitana.
In pratica, c’è un Sindaco Metropolitano che fa delle proposte deliberative e le trasmette al Consiglio Metropolitano, cioè al Commissario straordinario, che di solito approva le proposte ricevute, e , cosa semplicemente assurda, nei casi in cui, come l’approvazione dello Statuto dell’Ente, o del Piano Strategico od altre determinazioni, le trasmette alla Conferenza Metropolitana, cioè allo stesso Sindaco Metropolitano per l’adozione definitiva.
Come nel caso dell’approvazione dello schema dello “Statuto della Città Metropolitana”, che dovrebbe vedere invece il coinvolgimento e la partecipazione diretta dei rappresentanti dei territori; schema di Statuto approvato con deliberazione n.26 del 7 luglio 2020 del Commissario straordinario, con i poteri del Consiglio Metropolitano, e trasmesso per l’adozione definitiva alla Conferenza Metropolitana, cioè al sindaco Cateno De Luca.
Una situazione assurda e paradossale che va attenzionata dal Presidente della Regione Nello Musumeci, per i provvedimenti di sua competenza in modo da riportare un minimo di pluralismo e di meccanismi di controllo mediante la richiesta di attivazione della Conferenza Metropolitana, e la modifica della deliberazione delle doppie funzioni al Sindaco Metropolitano, in un Ente di Area Vasta, dalle grandi potenzialità, che non deve continuare ad essere gestito solo come uno strumento di potere politico ed elettorale”.