di Michele Bruno – Dopo la sonora bocciatura in Consiglio Comunale della presa d’atto sulla determina sindacale del Sindaco di Messina, con cui lo stesso aveva stabilito di approvare il Piano Tari 2021, ha deciso di riprovarci.
Alla seconda bocciatura in Consiglio del PEF 2021, De Luca aveva annunciato la cassaintegrazione di 120 circa lavoratori della Messinaservizi e la sospensione del contratto a tempo di 32 di loro.
Dopo questa terza bocciatura veniamo a sapere che le organizzazioni sindacali hanno ricevuto una lettera inviata dalla Messinaservizi, a nome del Presidente Giuseppe Lombardo, con cui si annuncia l’avvio della procedura per l’attivazione degli ammortizzatori sociali per l’intero organico della Messinaservizi che risulta impiegato alla data del 23 Marzo 2021.
Si badi bene però, è un passaggio questo di routine. Si apre la cassaintegrazione per tutti i lavoratori, ma poi a rischiare saranno molto probabilmente sempre quei 120/130 indicati dal Sindaco.
Un atto questo, la cui reale necessità, alla luce del mancato aumento Tari, è stata messo in dubbio da più soggetti politici, a partire da Articolo 1, nella persona del suo segretario provinciale Domenico Siracusano, ai consiglieri PD che lo hanno ribadito anche ieri in aula. Tutti concordi nel ritenere che i contratti di queste 120/130 persone siano tutti già coperti dal PEF 2020 e dalla relativa Tari.
Abbiamo infatti parlato di possibile bluff di De Luca ieri. E l’ipotesi vale ancora. si tratterebbe di un tentativo di scaricare sul Consiglio Comunale una responsabilità politica del mancato voto dell’atto, connesso all’urgenza di reperire in fretta questi 6 milioni circa che deriverebbero dall’aumento Tari. Ma perché tutta questa fretta?
Nel frattempo i 32 lavoratori che erano a tempo determinato sono regolarmente al lavoro, e per loro non sembra ci siano rischi. De Luca ha fatto firmare loro un accordo durante la conferenza di Palazzo Zanca.
Da notare infine che se De Luca insiste sulla cassaintegrazione, vuol dire che anche lui ha accantonato la determina sindacale e “preso atto” (lui, non i consiglieri) della bocciatura in Consiglio della Tari.