Tari, Messinaccomuna “De Luca, dalle bugie alla farsa”

Messinaccomuna interviene ancora sulla Tari, alla luce della conferenza di ieri del Sindaco Cateno De Luca, ecco cosa scrivono:

C’è ancora una cosa da chiarire nella farsa del Sindaco sulla TARI: le spese da finanziare coi 6 milioni aggiuntivi sono state già effettuate o si tratta solo di promesse troppo pesanti per poter essere disattese?

Dopo l’assemblea straordinaria, con tanto di diretta FB, che ha licenziato i contrattisti, ieri il colpo di teatro. Alle 21.00, i 32 contratti vengono rinnovati. Evidente la messinscena: se erano coperti ieri, lo erano anche tre giorni fa; se non lo erano tre giorni fa, non lo sono neanche oggi. Il Sindaco aveva detto che senza la presa d’atto non poteva rinnovare i contratti. Ieri si è smentito da solo.

Restano invece le pesanti ombre procedurali. Il Sindaco, oltre che in confusione, è in contraddizione. Se davvero il Consiglio non ha nulla da dire sulla TARI, perché pretendere una “presa d’atto”, senza valore ammnistrativo? Oppure: se il voto del Consiglio è necessario per validare la determina, come ha fatto lui a ritenerla operativa quando l’Aula non si era ancora riunita? De Luca fa un disperato tentativo di coinvolgere il Consiglio in un piano-TARI di cui è al momento responsabile unico e solitario.

farsa
Per il Sindaco la deliberazione del piano tariffario è atto meramente attuativo e, poiché il Consiglio ha competenza solo sugli atti politici e di indirizzo, rientra nelle “competenze residuali” dell’amministrazione. È un’interpretazione ardita ed evidentemente infondata, per almeno due ragioni.

1) Gli atti meramente attuativi non comportano scelte politiche sulle famiglie. Distribuire la TARI fra i cittadini o individuare categorie di esenzioni o riduzioni sono evidenti atti politici.

2) Ammesso che il Sindaco possa decidere COME distribuire la TARI fra i cittadini, la decisione su QUANTO deve essere la TARI è evidentemente atto di indirizzo politico-gestionale per la società partecipata, di stretta competenza del Consiglio.
Non a caso su 7.903 Comuni d’Italia, 7.902 deliberano la TARI in Consiglio (entro il termine del 31 luglio). Nei termini in cui è fatta, la determina è nulla perché espropria il Consiglio di funzioni esclusive. L’Aula, tra l’altro, dovrebbe far suo oltre i termini di legge un atto (nullo) del Sindaco che stabilisce (da ora e per sempre) l’incompetenza del Consiglio sulla TARI! Una follia. Peraltro, se dovesse passare, i cittadini ricorrerebbero al TAR facendola annullare, potendo chiamare in responsabilità erariale il Sindaco e i Consiglieri che l’avessero eventualmente avallata.

E torna la domanda iniziale: De Luca insiste in maniera parossistica su questa delibera. Ha un disperato bisogno di 6 milioni in più. Se, come dice, vuol ricorrere (anche qui, in maniera totalmente impropria) alla Cassa Integrazione, vuol dire che i soldi del vecchio piano non gli bastano: avrà già speso più dell’anno scorso o ha necessità di farlo, scaricando comunque sui lavoratori il costo di una gestione irresponsabile?

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