Licenziamenti dopo la bocciatura Tari, le reazioni politiche

di Michele Bruno – Come ormai noto, il Sindaco di Messina ha annunciato sui social network che il Socio Unico di Messinaservizi Bene Comune, cioè il Comune di Messina, ha predisposto lo stop ai contratti per 32 persone assunte a tempo determinato e la cassaintegrazione per 120 lavoratori della partecipata.

De Luca motiva ciò con il fatto che l’aumento Tari avrebbe dovuto servire ad assumere dipendenti e mantenere gli attuali livelli occupazionali. Ma c’è chi non ci sta a far passare questa narrazione, con cui il Sindaco attribuisce la responsabilità della situazione soprattutto ai consiglieri contrari.

Messinaccomuna scrive in una nota:

“L’istigazione è un reato. Accusare pubblicamente alcuni di aver danneggiato oltre 100 persone, pronunziare i nomi e cognomi e poi dire alla folla indistinta: ‘Andateli a cercare’ è, a nostro avviso, istigare. È quanto fatto dal sindaco della 13.ma città d’Italia che, col suo solito inaccettabile turpiloquio e insultante linguaggio, ha aizzato gli ascoltatori della sua diretta FB ad “andare a cercare” i Consiglieri che avevano votato contro la sua proposta di TARI, dicendo che la bocciatura dell’aumento per oltre 6 milioni causerebbe il licenziamento di 120-130 lavoratori.

Prima aveva ripetuto che l’aumento era dovuto a una presunta ‘nuova’ legge che obbliga a recuperare le imposte non riscosse, dicendo due bugie:

1) il recupero in tariffa delle mancate riscossioni è un obbligo di legge dall’istituzione della TARI: nessuna ‘novità’;

2) il “Fondo Crediti di Dubbia Esigibilità” proposto nel 2021 è 4 milioni, quanto quello del 2020. Sindaco, il fondo non cresce, quindi la TARI NON AUMENTA PER QUESTO! Piuttosto, lei dice alla città che senza l’aumento non potrà rinnovare i contratti. Vuol dire che i contratti già sottoscritti NON HANNO COPERTURA FINANZIARIA? E come ha proceduto alle assunzioni?

Ancora più grave: i nomi dei Consiglieri sono ripetuti nel comunicato ufficiale che chiude l’assemblea straordinaria dei soci di Messina Servizi, a firma del Presidente Lombardo e dell’Assessora Musolino. E lo stesso comunicato dichiara che ora (oltre a non poter assumere i 130 lavoratori desiderati) non si rinnova il contratto per 32 lavoratori a tempo determinato e si avvia la cassa integrazione a rotazione per 120 dipendenti, dichiarando anche: ‘Avevamo già spiegato in aula che la bocciatura del Piano Tariffario avrebbe avuto un impatto sulla spesa del personale per l’impossibilità di potere sostenere la spesa attuale’. Significa: sapevamo già che le spese del personale non erano coperte dal corrente piano finanziario, ed è per questo che avevamo un disperato bisogno dei 6 milioni di aumento.

La cassa integrazione è attivabile quando ci sono difficoltà aziendali a situazioni temporanee di mercato, non a scelte gestionali non coperte dal piano finanziario. Non è neanche pensabile che per salvare il fondo schiena a Sindaco e Presidente (come più volgarmente dichiarato da De Luca nella diretta), paghino i lavoratori.

Anziché insulti, sfide e istigazioni, Messina vuole spiegazioni, non mistificazioni”. 

Cambiamo Messina dal Basso non usa mezzi termini e parla di irresponsabilità del Primo cittadino:

“La reazione scomposta del sindaco e l’annuncio irresponsabile di licenziamenti e cassa integrazione non sono giustificati né da situazioni di crisi economica né da mancanza immediata di liquidità di Messinaservizi. È evidente che siamo di fronte all’ennesimo bluff per intimidire gli avversari politici, ma tali atteggiamenti creano tensioni sociali che possono avere esiti incontrollabili.

Le conseguenze della bocciatura del piano Tari 2021 non sono quelle che vorrebbero far credere il sindaco ed il presidente di MSBC, come abbiamo cercato di dimostrare in queste settimane.

La Tari in realtà non solo non  doveva aumentare ma anzi doveva diminuire dal 2019 e le risorse ad oggi sono adeguate per mantenere sia i livelli occupazionali sia tutti i servizi.

Basterebbe intanto risparmiare i 190mila euro previsti per il nuovo direttore generale, la cui nomina tra l’altro ci lascia perplessi, visto che il “prescelto”attualmente ricopre la carica di presidente della SRR ed in questa veste ha asseverato il “farlocco” Piano Tari 2021 sonoramente bocciato dal consiglio comunale.

 
Si potrebbe poi continuare con i risparmi, bloccando ad esempio tutte le esternalizzazioni dei servizi di scerbatura, spazzamento e raccolta rifiuti, i cui costi sono pari negli anni ad una decina di milioni; tagliando le spese preventivate per lo smaltimento dell’umido che, come annunciato, si dimezzeranno a partire da agosto; valorizzando le previste entrate dalla raccolta differenziata che risultano stranamente sottostimate nel piano Tari rispetto agli annunci dell’amministrazione; imputando i costi della scerbatura per circa un milione al bilancio comunale e non alla Tari; utilizzando le economie di bilancio determinate dalla riduzione della produzione dei rifiuti…e si potrebbe continuare.

Riteniamo pertanto che ci siano tutti gli elementi per rispedire al mittente i veleni e le insinuazioni di queste ore e per organizzare una ferma protesta civile e democratica dei lavoratori e dei cittadini,  stufi di assistere agli spettacoli indecorosi del primo cittadino.

 
Ci aspettiamo altresì un intervento del Prefetto e delle autorità competenti poiché le decisioni del sindaco e del presidente di Messinaservizi creano pericolose tensioni in un tessuto economico e sociale già gravemente provato dalla pandemia e dal conseguente stato di crisi”.

Domenico Siracusano, referente messinese di Articolo 1 (partito politico di cui è segretario il Ministro della Salute Speranza) allarga anche il campo della critica alla nomina del nuovo Direttore Generale:

“La minaccia di cassa integrazione e licenziamenti dei lavoratori di Messina Servizi Bene Comune è l’ennesima trovata arrogante e propagandistica del Sindaco De Luca.

Si tratta di impegni assunti alla luce del il Piano Tari 2020 che con la bocciatura dell’incremento della tariffa rimane vigente. Quindi le risorse per garantire la continuità di contratti e servizi ci dovrebbero essere. E invece il sindaco minaccia una vera e propria macelleria sociale.

Serve un’operazione verità sui bilanci di MSBC perché non vorremmo che l’azienda avesse già speso come se desse per fatto l’aumento della Tari prima che il Consiglio Comunale si pronunciasse. Sarebbe gravissimo.

Bene fanno i sindacati a non farsi intimorire e a chiedere un immediato confronto con l’amministrazione.

Anche stavolta la modalità scelta da De Luca e i suoi rappresenta uno stile di governo fondato sulla gogna mediatica e sulla minaccia permanente.

A ciò si aggiunga l’anticipazione della nomina a Direttore Generale dell’ing. Nicola Russo attuale presidente della SRR Messina Area Metropolitana. Siamo di fronte a una nomina che parrebbe rientrare a tutti gli effetti nella fattispecie delle inconferibilità  come indicato dall’art 7 del Decreto legislativo 8 aprile 2013, n. 39, come per altre nomine già effettuate.

Chiediamo che intervenga il responsabile anticorruzione aziendale, a cui compete per legge verificare la regolarità della nomina.  

Qualora si intendesse procedere alla suddetta nomina, valuteremo di agire con atti ispettivi, a livello regionale e nazionale, ed anche con esposti all’ANAC (Autorità Nazionale Anti Corruzione) e presso la Procura Regionale della Corte dei Conti per eventuali danni erariali. Non è pensabile, neanche per il sindaco De Luca, agire al di fuori e al di sopra della legge.

Siamo all’assurdo. Si minacciano licenziamenti e cassa integrazione peri lavoratori come ritorsione alla bocciatura della tari e si prevede di spendere quasi 200 mila euro l’anno per il nuovo Direttore Generale”.

Non abbiamo al momento dichiarazioni dei consiglieri e dei soggetti politici rappresentati in Consiglio Comunale, se non quelle del capogruppo di OraMessina Giandomenico La Fauci (qui il post), che scrive su Facebook:

“Ormai Cateno De Luca si commenta da solo, ma nelle ultime 24 ore ha proprio dato il peggio di sé, sciorinando il ‘meglio’ del suo repertorio. Dalla sua classica teoria complottista sugli oscuri padrini politici che condizionerebbero le scelte di parte del Consiglio comunale, allo squallido finale in cui utilizza, strumentalizza e umilia i quasi 300 lavoratori (non rinnovati, cassaintegrati o non assunti) tra donne e uomini, madri e padri di famiglia per tentare di arrampicarsi sugli specchi, per tentare di coprire un fallimento, e lo fa puntando sul ricatto morale e occupazionale.
‘Ho il cuore a pezzi’, scrive. Ma chi dà più credito, a De Luca? Quello di cui non si accorge, il sindaco, preso com’è dal suo egocentrismo smisurato, è che nel frattempo i messinesi hanno raggiunto uno stato di totale saturazione. Ha provato a fare l’ennesimo gioco delle tre carte, ma stavolta gli è andata male, malissimo. E la città se ne ricorderà.
De Luca e la sua “squadra” dovrebbero avere la capacità di spiegare a cosa servisse davvero questo aumento. Un giorno per migliorare il servizio, l’altro per non licenziare e assumere. Due modelli comunicativi diversi, soprattutto nei toni, per aumentare l’astio nei confronti del Consiglio. A De Luca bisognerebbe ricordare quel “taglio del 30% nel 2021” da lui stesso annunciato nei giorni dell’insediamento. L’aumento del 9% chiesto oggi è uno schiaffo alla città, soprattutto ai cittadini che non hanno mai cercato la strada dell’illegalità pagando sempre il dovuto.
Dove sono i recuperi degli evasori? Sarebbe bastata una piccola percentuale di quei soldi per non arrivare a tanto. L’amministrazione è capace di rispondere? Ma dovrebbe farlo coi fatti e non a parole.
Torna la falsa retorica di tagli lacrime e sangue nei confronti dei lavoratori, ma resta solida la garanzia per il direttore generale designato, come il Socio Unico della Messina Servizi ha voluto sottolineare.
E adesso? Ci piacerebbe capire se questo teatrino porterà a un blocco della raccolta porta a porta, già imperfetta e causa di svariate segnalazioni da parte dei cittadini. Magari, chissà, la soluzione di De Luca sarà il definitivo passaggio ai privati?”. 
 

 

Adesso anche Fit Cisl si espone sul tema:

“La bocciatura del piano TARI non può e non deve ricadere sui lavoratori. La Fit CISL evita volutamente di entrare in merito dei motivi politico ed amministrativi che hanno spinto il sindaco a proporre un aumento della TARI e alle dinamiche per cui il Consiglio Comunale ha scelto di bocciare il piano.

Parafrasando il Sindaco De Luca: ‘ognuno faccia il suo mestiere’.
La Fit CISL ha come missione statutaria la difesa dei lavoratori e la tutela dell’occupazione pertanto non accetterà passivamente la perdita di un solo posto di lavoro né l’attivazione degli ammortizzatori sociali in una partecipata che, nei progetti del “Salva Messina”, è destinata al rilancio, no ai licenziamenti.

La politica ha, invece, il compito di trovare immediate soluzioni perché lo scontro politico e le eventuali difficoltà economiche non ricadano solo e sempre sull’anello debole della catena.

Durante il confronto per evitare il dissesto della città e concordare un piano di riequilibrio credibile, la CISL ha compiuto un atto responsabile quanto rivoluzionario, scegliendo di restare al tavolo del “Salva Messina” per trovare soluzioni invece di scegliere la comoda strada dell’opposizione dichiarata all’amministrazione e della critica a prescindere.
Il buon lavoro svolto, che ha evitato il dissesto e in altre aziende partecipate sta producendo centinaia di assunzioni a tempo indeterminato e attivi in bilancio, non può essere macchiato dai licenziamenti e dalla cassa integrazione annunciati alla Messina Servizi Bene Comune.

I progressi che il Sindaco comunica periodicamente nella raccolta differenziata e il generale processo di ottimizzazione del servizio si sono resi possibili grazie all’impegno dei lavoratori, anche di quelli assunti a tempo determinato che rischiano di essere rigettati nel dramma della disoccupazione.

Quando si rischia di lasciare centinaia di famiglie senza reddito il confronto non deve essere sui social o con comunicati stampa ma bisogna affrontare la questione seriamente e dal vivo. Per questo il socio unico della Messina Servizi metta da parte i progetti di licenziamento e cassa integrazione e attivi subito un confronto con i sindacati, con un sistema simile si è evitato di gettare Messina nel pantano del dissesto, con lo stesso metodo bisogno tutelare il servizio di raccolta, i salari e i livelli occupazionali”.

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