Beniamino Ginatempo, docente messinese e Presidente dell’associazione ambientalista Zero Waste Sicilia, che da anni si impegna per la diffusione della raccolta differenziata e per la strategia rifiuti zero, è intervenuto sulle parole dell’Assessore Baglieri in merito ai così detti ‘termoutilizzatori’.
“L’assessora regionale Baglieri ha recentemente dichiarato: ‘I termoutilizzatori sono solo un tassello nel ciclo dei rifiuti nel rispetto dei principi dell’economia circolare’, e poi ‘L’aumento della differenziata non è in discussione’. Tali affermazioni sono contraddittorie, in contrasto con gli indirizzi europei e denotano altri aspetti preoccupanti.
A parte il fantasioso e insensato termine termoutilizzatori, c’è un aspetto positivo: si è capito (o è un lapsus?) dopo vent’anni che la soluzione non è bruciare i rifiuti, e si afferma che la raccolta differenziata deve progredire. Ma la contraddizione sta nel pretendere che ci sia un nesso fra incenerimento ed economia circolare. Economia circolare vuol dire recuperare oggetti e materiali dai nostri scarti per evitare lo spreco di risorse preziose. Ma come? Ove non riusabili e recuperabili, si decostruiscono (riciclo) i nostri scarti per ottenere materie prime seconde (MPS). E chiudere il ciclo dei rifiuti significa, in Europa e dovunque (tranne che in Sicilia), reimmettere le MPS nel ciclo Produzione-Consumo-Recupero-Riciclo. Incenerire gli scarti (come pure seppellirli in discarica) significa espellere materiali preziosi dal ciclo, trasformandoli in ceneri ed emissioni nocive, in cambio di una modesta quantità di energia termica, quasi tutta sprecata (solo una piccola parte diventa elettricità).
Pertanto l’incenerimento non ha nulla a che spartire con l’economia circolare. Anzi la presenza nel territorio di inceneritori, che semplifica lo smaltimento, non invoglia il recupero delle preziose MPS.
Ma è l’idea che l’aumento della differenziata, necessario anche con gli inceneritori, sia il principale fine della politica dei rifiuti è assolutamente deviante. La raccolta differenziata da sola è un inutile e costoso esercizio. Senza impianti di separazione e valorizzazione del secco (carta e cartone, acciaio da alluminio PET da PVC ed altre plastiche), senza impianti di compostaggio o biodigestione – che consentono di restituire ai terreni le sostanze che preleviamo con l’agricoltura, preservandone la fertilità – parlare di economia circolare è vuota retorica. La vera e reale valorizzazione dei rifiuti deve essere fatta a freddo, senza l’intervento di alcuna combustione, nelle cosiddette “Fabbriche dei materiali” che lavorano anche grazie ai TMB-RM (impianti di trattamento meccanico biologico con recupero di materia).
Ma soprattutto senza una politica industriale seria, che incentivi l’uso e quindi la valorizzazione delle MPS la Sicilia resterà a guardare accontentandosi di qualche decina di posti di lavoro grazie agli inceneritori, mentre il resto d’Europa in cui si incentiva fattivamente la filiera del riciclo, si spartisce il milione di nuovi posti di lavoro, come è calcolato al ribasso in vari studi sviluppati dalla Commissione Europea già nel 2014. L’Europa continuerà ad indicare la strada e la Sicilia continuerà il suo viaggio verso il Terzo Mondo.
Si badi bene che quanto sopra dovrebbe essere la base della necessaria transizione ecologica, alla quale l’Europa ci ha chiamato attraverso il Next Generation EU. Riusciranno la politica italiana e quella siciliana a capire che è giunto il momento di cambiare totalmente strada?”.