di Michele Bruno – In questi giorni si è parlato molto del Risanamento a Messina. Il Parlamento nazionale sta discutendo diverse proposte delle principali forze politiche per risolvere il problema di Messina riguardante le baraccopoli, e ha tenuto banco il dibattito sui poteri speciali e sulla scelta a chi affidarli (un Commissario o il Sindaco).
Nel frattempo la Gazzetta del Sud ha pubblicato un articolo in cui vengono spiegate le modalità con cui il Comune di Messina vuole realizzare il progetto di Risanamento per le aree di Bisconte, Rione Taormina, Fondo Fucile, Viale Annunziata, Camaro e Giostra.
Cittadini, esponenti politici dell’opposizione ed esperti del tema abitativo hanno avuto modo di esporre dubbi sui progetti che il Comune sta portando avanti con il via libera della Regione e del Governo. Tra questi l’Ingegnere Sergio Bruno, uno dei più importanti esperti a Messina nel campo dell’edilizia e delle tematiche abitative.
Svolge la professione dal 1991 occupandosi di recupero del patrimonio edilizio esistente soprattutto in favore di committenza privata e imprese private e ha “pochissimi rapporti – spiega – con enti pubblici per poca affinità con la politica”. Ha dato il suo contributo in alcune delle numerose iniziative del meetup “Grilli dello stretto” come il tema del Vincolo storico per lo stadio Giovanni Celeste, la modifica del bando di affidamento dello stadio Franco Scoglio, il progetto di mobilità dolce a Torre Faro, il recupero del Riviera Grand Hotel con gli incentivi di Stato. “Tutte proposte non intercettate dall’amministrazione” ha detto.
Ha anche preso parte a diversi turni da volontario nell’emergenza post-sisma nel centro Italia e più recentemente sposato e condiviso, da ingegnere impegnato nel recupero edilizio, anche con partecipazione a diversi seminari, le norme denominate Sisma bonus ed Ecobonus, oggi SuperBonus 110%.
Lo abbiamo intervistato per Messinaora.it .
Ingegnere, perché si parla di ritorno al passato e perché la costruzione di queste torri abitative a Bisconte e Fondo Fucile può recare problematiche sociali?
Questo tipo di insediamenti caratterizzati da esasperate densità abitative non hanno mai funzionato: Altrove li hanno demoliti in quanto fabbriche di disagio sociale e delinquenza. La storia serve a imparare, e da essa bisogna copiare il bene, non il male.
Ci sono problemi anche riguardo Rione Taormina?
Sembra che nel Rione Taormina prevedano oltre ai grandi edifici, anche ampie aree cortilizie quali zone di aggregazione: ci sono anche a Scampia a Napoli, al Corviale a Roma, al Librino a Catania: tutte trasformate in zone di spaccio e di malavita. Il problema rimane.
E per quelli che Gazzetta definisce mini-progetti per Annunziata, Camaro, Giostra?
Dagli importi di circa 15 mln ciascuno non sembrano proprio mini progetti, e potrebbero presentare analogo problema delle “torri” quanto a eccessiva densità abitativa.
Sarebbe stato meglio acquistare nuovi alloggi in zone diverse da quelle dove le famiglie vivevano originariamente?
Le famiglie preferiscono rimanere nei loro luoghi d’origine ed è giusto così.
Acquistare alloggi, in qualunque zona, presuppone che ce ne sia la disponibilità sul mercato immobiliare, e non sembra, visto che l’agenzia per il risanamento, con tutti gli sforzi profusi, ha reperito sul mercato 180 case a fronte del fabbisogno di oltre 2500.
Qual è il problema riguardo ai costi?
Che la media del costo di costruzione, dai numeri riportati dai suoi colleghi (ndr i giornalisti della Gazzetta del Sud), è superiore a 3000€/mq, cifra con cui si potrebbe dare casa al triplo delle 676 famiglie beneficiarie dell’eventuale finanziamento di questi due programmi.
Mi spieghi la questione della competenza dei progetti, che sono stati preparati dai tecnici del Comune e non da Arisme.
Il bando era rivolto ai comuni per cui Arisme non era beneficiaria in quanto società partecipata. Ma mi aspettavo che i progetti venissero elaborati dai tecnici di Arisme, che dopotutto sono tecnici comunali e anche bravi, i quali conoscono bene fabbisogni, ambiti, piani di risanamento originari, situazioni sociali a latere.
Come avrebbe pensato lei il Risanamento per queste famiglie?
Bisogna partire dalla conoscenza di concetti come “Risanamento” “baracche”, “baraccati”, termini spesso usati in modo inesatto dall’immaginario collettivo e dalla stampa. Ne possiamo parlare in altra apposita occasione anche perché temi su cui ho studiato e lavorato insieme ad altri amici attivisti del Gruppo Grilli dello stretto di cui faccio parte.
La Regione avrebbe potuto/dovuto fermare il progetto?
Essendo bando pubblicato con decreto interministeriale, la regione è solo partner in uno dei due progetti, e non ha potere di fermare o approvare o finanziare i progetti.
Io spero che i progetti vengano finanziati ma in quel caso, in fase esecutiva, occorre che vengano rielaborati e modificati sotto l’aspetto grafico progettuale, e sotto l’aspetto economico.