di Luana Spanò – Secondo quanto denunciato a mezzo stampa dal Magazzino di Mutuo Soccorso di Lipari, organizzazione no profit, all’Ufficio Anagrafe del Comune di Lipari per ottenere la residenza nel comune vengono richiesti documenti non previsti neanche dalla legge nazionale e sempre secondo l’organizzazione, di conseguenza la residenza viene spesso negata.
Nella nota si legge:
“Signor Sindaco, cosa succede all’Anagrafe del Comune di Lipari?
L’articolo 43 del Codice Civile dice che la residenza è nel luogo in cui la persona ha la dimora abituale.
Secondo la Corte di Cassazione, la residenza si riconosce attraverso due elementi: la permanenza fisica di una persona in un determinato luogo, e la volontà dello stesso soggetto di rimanere in quel luogo.
In presenza di questi due elementi, la residenza si considera un “diritto soggettivo perfetto”, nei confronti del quale la Pubblica Amministrazione ha solo un potere di accertamento, e nessun margine di discrezionalità.
In altre parole: chiunque dichiari e dimostri di risiedere non abusivamente in un Comune deve ottenere l’iscrizione nelle liste anagrafiche, e il controllo da parte della Pubblica Amministrazione ha un carattere meramente formale (come si legge in una sentenza del Tribunale di Milano).
Tutto chiaro, no?
Al Comune di Lipari, a quanto pare, no.
Mentre in tutta Italia si sono progressivamente semplificate le procedure per ottenere la residenza, all’Ufficio Anagrafe del Comune di Lipari si continuano a chiedere e valutare documenti non richiesti dalla legge nazionale.
Di conseguenza la residenza viene spesso negata sulla base di valutazioni discrezionali dell’Ufficio Anagrafe, spesso con modi che confondono l’efficienza con la cattiva educazione.
Numerose sono state le segnalazioni da quando, qualche mese fa, abbiamo iniziato a occuparci di questo diritto.
Gli ultimi casi di cui siamo venuti a conoscenza sono di due famiglie italiane, che vivono stabilmente a Lipari, e nelle quali alcuni membri, particolarmente fragili, hanno urgentemente bisogno della residenza per poter aver accesso a servizi sanitari essenziali.
E qui c’è l’ingiustizia nell’ingiustizia: oltre a non venir riconosciuto il diritto alla residenza, a queste persone viene quindi negato anche il diritto alla salute.
A noi questa sembra una cosa gravissima, certamente ingiusta e onestamente inaccettabile.
Noi ci chiediamo perché, in un momento in cui la vita è già particolarmente difficile per tutti, invece di aiutarci applicando le procedure semplificate previste dalla legge italiana, a Lipari i servizi pubblici debbano accanirsi sulle nostre difficoltà, complicando inutilmente i percorsi burocratici, abusando della loro posizione e aumentando costantemente il nostro disagio.
Arrivati a questo punto, non possiamo che girare la domanda al Sindaco di Lipari che – come in tutti i Comuni d’Italia – è il riconosciuto Ufficiale Anagrafico e ne assume tutte le responsabilità.
Signor Sindaco, perché il diritto di residenza in queste isole viene spesso negato?”.