E’ il “delfino” di Cateno De Luca, suo successore all’Ars, a portare in aula la polemica tra l’amministrazione messinese e l’Asp, con un intervento sulla situazione dell’epidemia e sul comportamento dell’ASP di Messina. L’occasione è stata il dibattito in Assemblea Regionale che è seguito alle comunicazioni dell’Assessore Razza.
Il deputato di Sicilia Vera Danilo Lo Giudice ha ricordato i tanti e gravi problemi che la popolazione sta vivendo in questi mesi, con particolare gravità nella città dello Stretto, tanto da poter parlare ormai di un “caso Messina.” Lo Giudice ha elencato le tante criticità, dal numero dei posti letto “che nessuno sa se ci sono o non ci sono”, ai tempi dei tamponi e della comunicazione degli esiti “che sono ormai di ben due settimane, facendo perdere ogni possibilità di tracciamento dei contatti”, dalla situazione della raccolta dei rifiuti a casa delle persone in quarantena “per cui l’ASP si è limitata a fare una nota ai Comuni dicendo che dovevano organizzarsi autonomamente, ignorando i cumuli di rifiuti che i cittadini in quarantena si ritrovano in casa”, passando per la vicenda che ha coinvolto la Direttrice sanitaria dell’ospedale di Barcellona Pozzo di Gotto, prima trasferita alle Eolie e poi reintegrata “senza che nessuno desse alcuna spiegazione o si individuasse alcun responsabile, anche dopo che dei fatti si era parlato su tutta la stampa nazionale.”
Come esempio eclatante del caos organizzativo, Lo Giudice ha citato quello di ben 3.129 tamponi effettuati a novembre e dicembre, i cui esiti sono stati caricati nel sistema solo il 4 gennaio: situazione pazzesca, che non consente il tracciamento, non consente nulla.” Un vero e proprio “cahier de doleance” che descrive quella che Lo Giudice ha definito come “una situazione disarmante e disastrosa sotto ogni punto di vista, di fronte alla quale mi sarei aspettato che l’Assessore desse qualche spiegazione, fornisse ai cittadini qualche indicazione sulle soluzioni che saranno adottate.
Alla base dei problemi, per il deputato di Sicilia Vera, “c’è una situazione di “confusione sovrana, che non indica alcuna responsabilità, su cui l’Assessore non fornisce alcun chiarimento. Io non voglio additare responsabilità ma voglio che la situazione in città a Messina migliori, non dico alla perfezione ma almeno a livelli di civiltà. Assistiamo invece ad una guerra interna alla ASP di Messina, dove tutti sono generali ma nessuno sembra fare il proprio lavoro; si continua a silurare, a reintegrare. Tutto fuorché risolvere i problemi.” “Lei – ha detto Lo Giudice rivolto a Razza – non può stare a guardare, ma deve dare risposte concrete e dare soluzioni ai problemi.”