Pescatori di Mazara : il comandante racconta via radio i 108 giorni di prigionia

foto Ansa

 “In questi 108 giorni abbiamo cambiato quattro carceri in condizioni sempre più difficili.
  L’ultimo dove siamo stati era al buio, ci portavano il cibo con i contenitori di metallo. È stato davvero molto complicato: accendevano e spegnevano le luci, a loro piacimento”. Così Pietro Marrone, capitano della “Medinea”, nel primo contatto via radio dopo la partenza dal porto di Bengasi col suo armatore Marco Marrone, racconta i 108 giorni trascorsi in Libia.

“Abbiamo subito delle umiliazioni, pressioni piscologiche – aggiunge – ma mai violenze. Quando ci hanno detto che era il ‘giorno buono’ non ci abbiamo creduto. Ci hanno tenuti divisi: italiani e tunisini, separati. In celle buie, senza un processo, e con indosso sempre gli stessi abiti. Ci siamo rivisti dopo 70 giorni, ed è stato bellissimo. Ma ci siamo spaventati. Quando ci hanno detto che sarebbe arrivato il presidente Conte ci hanno anche dato del cibo migliore, ma quello vero lo abbiamo mangiato ieri sulle nostre barche. Siamo felici, stiamo tutti bene, e non vediamo l’ora di arrivare a casa dai nostri familiari e dai nostri amici. Grazie a tutti”

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