di Michele Bruno – Il Rettore, prof. Salvatore Cuzzocrea, “esprime il cordoglio di tutta la Comunità Accademica alla famiglia” del prof. Giovanni Raffaele, docente di Storia moderna, prima presso la Facoltà di Lettere e Filosofia e, fino allo scorso settembre, presso il Dipartimento di Civiltà Antiche e Moderne (appunto Ex Lettere e Filosofia).
Il prof. Raffaele è stato uno storico, militante antifascista, pacifista ed ecologista, “autore di apprezzati saggi dedicati ai temi dell’emigrazione e della mafia. Si è occupato, inoltre, delle vicende connesse alle strutture per i malati psichiatrici. Ha coniugato lo studio e la ricerca, riservando particolare attenzione al rapporto con gli studenti” ricorda il Rettore Cuzzocrea.
La sua attività di militanza politica si sviluppa tra il mondo cattolico e la sinistra radicale messinese. Attorno ai primi anni Settanta, Raffaele era ancora giovane e il parroco di Camaro di allora decide di lasciare la Chiesa per occuparsi direttamente dei problemi degli abitanti del quartiere. E’ nel doposcuola popolare da lui fondato che inizia il suo attivismo.
Successivamente, sempre nello stesso periodo, assieme ad altri amici e compagni della sinistra cattolica e non solo, fonda Il Popolo in Cammino, giornale popolare che si occupa sia di problemi sociali e politici, che di religione. Il suo impegno in quegli anni si snoda tra il giornale e il supporto alle lotte dei baraccati di Messina. Il suo sguardo è sempre rivolto agli ultimi, ai più deboli, a dare una voce a chi di solito non la ha.
Silvana Salandra e Pippo Martino, docenti, colleghi, ma soprattutto amici e compagni di Raffaele, lo ricordano così “una persona discreta, sempre attenta ad ascoltare gli altri. Un punto di riferimento per tutti noi. Quando avevamo un dubbio, chiedevamo a lui cosa pensasse. Era un intellettuale dei migliori, di quelli che non impongono con arroganza le proprie idee, ma che si fanno ascoltare”.
Silvana si commuove mentre ne parla “era per noi più di un amico, sia a noi che a tutti quelli che facevano parte del gruppo oggi arrivano tantissime telefonate e messaggi di vicinanza, è una parte di noi che se ne va, ci sentiamo privilegiati ad averlo conosciuto”.
E’ stato un importante animatore e innovatore della vita culturale messinese. Oltre al Popolo in Cammino, è stato infatti, assieme ad altri suoi compagni, fondatore della Libreria Hobelix, per trent’anni, dal 1978, importantissimo punto di riferimento per il mondo della cultura messinese. Purtroppo attorno alla fine del decennio 2000 ha chiuso i battenti. Silvana e Pippo ricordano “la libreria era un luogo di dibattito, non solo un luogo dove acquistare o recuperare libri. La discussione e la gestione organizzativa erano sempre fondate sulla condivisione e su idee democratiche”. Nella libreria si approfondivano i temi del disarmo, del pacifismo, del femminismo e le problematiche sociali.
Accanto all’attività accademica, il prof. Raffaele ha sempre portato avanti l’impegno in campo politico e sociale. Oltre all’attività con le fasce popolari messinesi in difficoltà, è stato molto vicino ai problemi dei migranti, soprattutto negli ultimi anni, ha infatti collaborato con Migrantes, Caritas e Arci. Ha fondato a Messina, nel Febbraio 2007, l’associazione internazionale Tininiska, (significa Colibrì nella lingua degli indiani d’America) che oggi ha sede a Roma. Si tratta di un presidio che nasce a supporto dello sviluppo dei Paesi della Costa atlantica del Sud America, in particolare del Nicaragua. Spesso ha avuto un ruolo in attività di adozione di bambini a distanza. Era infatti un appassionato di Storia dell’America Latina, assieme all’amico Prof. Daniele Pompejano, con cui aveva curato diversi libri sul tema.
Nei primi anni ’80 fonda a Messina il CRIC, organizzazione di cooperazione internazionale che vuole collegare “Il Sud col Sud del Mondo”, cioè la Sicilia e il Mezzoggiorno europeo con il Terzo Mondo. L’organizzazione nasce a Reggio Calabria da un’idea di Tonino Perna, poi sposata da Raffaele a Messina.
Proprio il Prof. Pompejano ci ha parlato del suo carissimo amico “ci conoscevamo dai tempi del Ginnasio, abbiamo fatto insieme gli esami di vecchio ordinamento, un’esperienza massacrante. Dopodiché ci siamo iscritti insieme a Giusrisprudenza, per poi decidere di lasciare e intraprendere Filosofia. Se ne va una parte di me, è stato un amico e il mio testimone di nozze. Insieme abbiamo condiviso le attività di cooperazione internazionalista e molti viaggi. Mi piace ricordare un aneddoto: avevamo fatto un viaggio a Managua, in Nicaragua, di lì a poco sarebbe scoppiata la Rivoluzione. Siamo bloccati in mezzo al caldo asfissiante. Con quel suo atteggiamento e il suo umorismo ‘british’, noncurante della situazione, mi guarda e mi dice ‘Auguri Duca di Windsor, è il suo compleanno’. Nella sua produzione saggistica, con un acume peculiare, ha trattato le esperienze di riscatto e rivolta dei subalterni contro l’arroganza dell’autorità, come negli studi sull’Ospedale Psichiatrico di Barcellona, che adesso mi auguro qualcuno voglia curare e pubblicare.”.
Per quanto riguarda la militanza in senso più strettamente politico, ha aderito in gioventù al Manifesto, il movimento nato attorno al giornale comunista e ai suoi intellettuali, poi successivamente aderisce a Democrazia Proletaria e nello stesso periodo al Movimento Cristiani per il Socialismo. La sua visione del cristianesimo fu sin dall’inizio coerente, laica e progressista, spesso in dissenso con la Chiesa ufficiale vicina alla DC, ma sempre espresso con l’eleganza che lo contraddistingueva.
Anche Peppino Restifo lo ricorda, come amico di infanzia e poi come collega “Giovanni io l’ho conosciuto quando eravamo piccoli, negli anni ’50, frequentavamo l’Oratorio dei salesiani Domenico Savio, poi ci siamo ritrovati prima nella DP, e infine come colleghi all’Università. A volte lo rimproveravo amichevolmente perché passava troppo tempo con gli studenti. Amava davvero il suo lavoro, anche troppo. Ma oggi vedo in questo un suo pregio, perché quando si ama ciò che si fa ci si comporta così”.
I funerali si svolgeranno domani mercoledì 16 dicembre alle ore 15:00 nella Cattedrale di Messina.
Qui alcune delle sue pubblicazioni:
“Nel vento del Sud”. Giovanni Raffaele, Daniele Pompejano. Savelli, 1981
«L’immoralità acquisita». Pubblica quiete e affari nella Sicilia dei consoli inglesi d’Ottocento
Giovanni Raffaele
Mesogea 2012
Controllo sociale e criminalità. Un circondario rurale nella Sicilia dell’800
Daniele Pompejano, Ida Fazio, Giovanni Raffaele,
Franco Angeli1985
L’ambigua tessitura. Mafia e fascismo nella Sicilia degli anni Venti
Giovanni Raffaele
Franco Angeli collana Storia-Studi e ricerche , 1993
La guardia allegra e Giojosa: un comune montano nella Sicilia d’età moderna
Giovanni Raffaele
Rubbettino collana Quaderni di scienze umane , 1993
Formare di tutti un gran tutto: la nazionalizzazione delle plebi meridionali tra borboni e stato unitario
Giovanni Raffaele
Selene. 2003
Rivelazioni Storiche Della Rivoluzione Dal 1848 Al 1860 (1883) Copertina rigida – 23 febbraio 2010
Giovanni Raffaele
Kessinger Publishing (23 febbraio 2010)