“A trent’anni dal ‘terremoto di Santa Lucia’, del 13 dicembre 1990, che causò morti e rovine, la Sicilia rimane tra le regioni d’Italia più esposte al rischio sismico. Resta ancora tanto da fare sul piano infrastrutturale, ma oggi sappiamo almeno di disporre nella nostra Isola di una struttura di intervento molto più organizzata ed efficiente”.
Così ha dichiarato il Presidente della Regione Sicilia, Nello Musumeci, nel trentesimo anniversario del sisma di magnitudo 5.6 della scala Richter che alle 1.24 del 13 dicembre 1990 scosse la Sicilia sud orientale, in particolare il siracusano e le cittadine di Augusta e Carlentini.
Il tema interessa molto direttamente anche noi messinesi: anche se si tratta di un fatto accaduto in un altra città siciliana, sappiamo di vivere in una zona ad alto rischio sismico.
“La Protezione civile della Regione – ha proseguito – dispone di una presenza su tutto il territorio regionale, con un ricco parco-mezzi, e può contare su un sistema di volontariato organizzato formato da 600 associazioni, al cui interno esistono tutte le professionalità utili ad affrontare emergenze grandi e piccole. A tutti loro, su qualsiasi fronte impegnati, va il mio apprezzamento per il lavoro che compiono con professionalità e serietà in tutte le situazioni di emergenza, a cominciare dalla drammatica pandemia che ha colpito l’umanità. Dobbiamo fare della Sicilia un esempio nazionale di volontariato, preparato ed efficiente. E siamo già sulla buona strada”.